Secondo TransportIntelligence, l'attentato avvenuto nella capitale Dacca il 1° luglio 2016 causando venti morti potrà causare conseguenze negative nella logistica del Paese, che si basa soprattutto sull'esportazione di prodotti tessili e confezioni. L'elevato rischio di attentati sta infatti rendendo meno attraente il Bangladesh, che finora era una delle mete preferiti dell'industria tessile per i prezzi molto bassi della manodopera, inferiori anche a quelli cinesi.
I primi segnali sono già arrivati: i marchi H&M e Uniqlo hanno interrotto i viaggi in Bangladesh dei loro dipendenti, anche se per ora non hanno disdetto i contratti. Ma il vero problema per la logistica è l'atteggiamento delle compagnie aeree occidentali, che temono attentati anche sui proprio apparecchi. Una preoccupazione precedente all'attentato del 1° luglio, perché TransportIntellience afferma che dall'inizio del 2016 in Gran Bretagna e Australia è stato posto il divieto dei voli diretti dal Bangladesh e la scorsa settimana anche la Germania ha attuato tale provvedimento.
Un'alternativa per le esportazioni di abbigliamento dal Paese asiatico avviene attraverso container marittimi, ma la rapida crescita della domanda ha messo in crisi il debole sistema portuale. I cinesi hanno offerto a Dacca la costruzione di un terminal grande e moderno, ma la confinante India (che è in contrasto con la Cina) prese per fare fallire questo progetto.
"Questa crisi logistica minaccia l'industria dell'abbigliamento in Bangladesh", afferma TransportIntelligence. "La capacità del Paese di offrire una produzione di abbigliamento su larga scala a prezzi inferiori a quello della Cina ha portato una crescita media del 6% l'anno negli ultimi dieci anni. Ma l'instabilità politica e l'incapacità di realizzare infrastrutture adeguate minacciano questa crescita, mostrando l'importanza di sistemi logistici stabili nei Paesi che aspirano a sviluppare le loro economie".
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