Dopo una "pausa di riflessione" durata qualche anno, lo sviluppatore internazionale Prologis si è rimesso in moto in Italia. L'operazione più recente è stata l'acquisto a Paullo (est di Milano) di una struttura da oltre 40mila metri quadrati, rilevata per 20,5 milioni di euro da Sireo Immobilienfonds. Tracciando un bilancio sull'esercizio appena trascorso Sandro Innocenti, country manager Italy di Prologis, spiega che "il 2014 è stato l'anno della ripartenza" e che in questo inizio di 2015 stanno "guardando a nuove acquisizioni d'immobili a reddito, proseguendo il percorso avviato nei mesi scorsi. La finestra per comprare immobili nel 2015 rimarrà aperta ancora per un certo periodo di tempo".
Nei giorni scorsi è stato annunciato il nuovo piano industriale dell'Interporto di Bologna che, secondo quanto reso noto dal Comune felsineo, prevede "un'operazione importante e molto complessa, che si basa sostanzialmente sulla vendita di parte degli immobili di Interporto al fondo Prologis, per un valore complessivo di 62,8 milioni di euro. Un'operazione industriale in grado di dare grande impulso a Interporto, con effetti positivi sul territorio, sia per quanto riguarda la capacità di attrazione di nuovi operatori, sia in termini occupazionali".
In Italia Prologis gestisce un portafoglio di 38 immobili controllati attraverso 27 società diverse per un totale di 540 milioni di euro di capitale investito e oltre 830mila metri quadrati di superfici di proprietà, situate soprattutto in Nord Italia (nelle province di Bologna, Torino, Milano e Piacenza). Nel 2014, i canoni di locazione hanno prodotto ricavi per circa 70 milioni di euro, mentre gli spazi sfitti risultano al di sotto del dieci percento.
A proposito dei rendimenti di mercato, Innocenti aggiunge che "attualmente, il rendimento netto atteso per immobili nell'hinterland di Milano si attesta intorno al 7%, circa il 7,5% a Bologna e 8% nel resto d'Italia". A proposito degli utilizzatori di magazzini, il numero uno di Prologis in Italia concorda sul fatto che gli operatori dell'e-commerce (Amazon, Yoox e altri) hanno fornito negli ultimi anni una spinta importante al comparto dell'immobiliare logistica "anche se – precisa Innocenti – non ci sono solo queste aziende che, anzi, al momento incidono per una minima parte su un'occupazione di spazi (il cosiddetto take-up), che l'anno scorso è tornata ai livelli pre-crisi. Di quei 700mila metri quadrati di spazi occupati nel 2014, circa 500mila sono riposizionamento di aziende che passano da immobili di serie A ad altri di serie A".
Un processo visto comunque con favore dagli sviluppatori perché "riduce progressivamente gli spazi disponibili sul mercato e lascia spazio a nuovi progetti di sviluppo. Quando la vacancy media scenderà al di sotto del 5% e se la richiesta di spazi rimarrà sostenuta sarà più facile avviare nuove realizzazioni di immobili e parchi logistici".
Nicola Capuzzo
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