Durante l’estate 2023 sono giunte due notizie che riguardano altrettante piattaforme logistiche di Amazon in Italia. E non sono questa volta positive, perché riguardano una la chiusura di un impianto operativo e l’altra la cessione di uno che non ha neppure aperto. Il primo caso è a Orbassano, alle porte di Torino, dove il colosso dell’e-commerce ha chiuso il 31 luglio l’impianto che occupava 137 lavoratori della cooperativa Afs Service (87 a tempo indeterminato e 50 in somministrazione). A Orbassano avvenivano attività di smistamento e cross docking e in questo caso potrebbe essere una ristrutturazione, perché a un chilometro di distanza Amazon sta costruendo una piattaforma che dovrebbe impiegare 500 persone.
Il secondo caso è in Veneto, dove il magazzino Amazon venderà il magazzino di Treviso San Giuseppe, nell’area ex Scardellato, già pronto ma mai entrato in funzione. L’impianto avrebbe dovuto svolgere la distribuzione in ambito locale. Nei mesi precedenti, la ristrutturazione di Amazon ha sacrificato anche gli impianti di Villamarzana, in provincia di Rovigo, e di Cuneo. Resta ancora incerta la sorte della terza piattaforma bergamasca, a Chiuduno.
È evidente che Amazon sta ristrutturando la rete logistica, e non solo in Italia perché fenomeni analoghi sono apparsi in Europea e negli Stati Uniti. Sembra che il colosso del commercio elettronico stia riducendo gli impianti più piccoli a favore di quelli di maggiori dimensioni. C’è chi vede in questo processo un ridimensionamento, come Gianni Taffarello, direttore di Confesercenti di Treviso, secondo cui “l’avanzata di Amazon sul territorio italiano, che negli anni passati aveva seguito un ritmo impressionante, sembra essersi fermata, soprattutto nell’ultimo miglio, trasformando il proprio modello organizzativo”.