La vertenza sulla logistica della catena di supermercati Unes prosegue sul terreno a colpi di picchetti e cariche della Polizia e nella comunicazione. Nel primo caso, il sindacato SiCobas prosegue lo sciopero con picchetti davanti ai cancelli delle piattaforme logistiche di Trucazzano e Vimodrone, alle porte di Milano. La vicenda è iniziata nell’agosto 2021, quando una cinquantina di magazzinieri dell’impianto di Trucazzano che lavoravano per la cooperativa LGD (che gestisce la movimentazione nei magazzini dove avviene la logistica di Unes) hanno scioperato “per contestare i sistematici errori nelle buste paga e i metodi vessatori dei responsabili in magazzino”, come ha scritto la sigla in un comunicato.
Lo scioperò durò due giorni, il 19 e 20 agosto, giorno in cui gli scioperanti vennero sospesi dalla cooperativa e tredici ricevettero un foglio di via. A ottobre avvenne una trattativa in Prefettura tra la sigla e la cooperativa, senza alcun risultato. Anzi la LGD inviò una lettera di licenziamento a 43 lavoratori e a quel punto la vertenza virò sul loro reintegro. La vertenza si è quindi inasprita, con picchetti da una parte e l’intervento della Polizia per sgomberarli dall’altra. Si è anche allargata, coinvolgendo la società Brivio & Viganò, che ha in appalto la distribuzione di Unes, svolgendola nelle sue piattaforme in cui opera la LGD.
L’episodio più recente è avvenuto il 24 gennaio 2022, con lo sgombero da parte della Polizia del picchetto davanti alla piattaforma di Vimodrone, dopo un blocco di alcune ore. Il 28 gennaio Brivio&Viganò ha indetto una conferenza stampa nella sua sede di Pozzuolo Martesana per “chiarire le proprie posizioni sulla vertenza tra il sindacato SiCobas e LGD”, cui ha partecipato anche Daniele Romano, che si occupa delle relazioni industriali della cooperativa. Egli smentito le accuse del SiCobas sulle irregolarità contributive e i turni di lavoro, sostenendo che i licenziamenti sono avvenuti “dopo una serie di blocchi e soprattutto dopo le violenze occorse presso la piattaforma di Pozzuolo Martesana”. Romano afferma anche che il SiCobas ha chiesto tre milioni e mezzo di euro per la transazione sui 45 licenziati, definendo ciò “un ricatto”. Egli ha concluso comunicando che “il sindacato SiCobas sta minimizzando con i lavoratori la gravità delle violenze e dei reati commessi, ma le autorità hanno già aperto diversi fascicoli in capo ai manifestanti e l’ammontare dei danni aumenta dopo ogni blocco.”
Simona Ubbiali, direttrice del personale di Brivio&Viganò, ha confermato il sostegno alla LGD, con cui “condivide gli stessi valori e la stessa visione del sistema logistico”. Ha poi spiegato che “per entrambe le società è inconcepibile che lavoratori appartenenti a LGD, a Brivio & Viganò ma anche a soggetti esterni (come altre aziende di trasporto) siano sequestrati per decine di ore all’interno delle piattaforme e gli venga impedito di portare a termine il proprio lavoro”, riferendosi anche agli autisti dei camion rimasti bloccati dai picchetti.
Ubbiali ha anche annunciato che dopo il blocco del 24 gennaio il SiCobas ha chiesto un incontro con Brivio & Viganò e LGD. “Lunedì ci siederemo al tavolo delle trattative chiesto da Si Cobas, ma non ci faremo ricattare”, ha dichiarato. “LGD tutela il diritto di sciopero, ma quando Si Cobas chiede 3,5 milioni di euro (transando per i 45 licenziati) per non bloccare i magazzini, non è più sciopero ma un ricatto. Se il sindacato se tiene davvero ai padri di famiglia che sono stati licenziati, dovrebbe spiegare loro che ciò che stanno facendo è illegale e sta danneggiando la trattativa”.