Il 16 gennaio 2023 il Gip del Tribunale di Catania ha emesso ordinanze di custodia cautelare (come arresti domiciliari) per quattro persone indagate in un’inchiesta relativa a favori elargiti a una dipendente della Società degli Interporti Siciliani. I reati contestati sono di induzione indebita a dare o promettere utilità, peculato, corruzione per un atto contrario ai propri doveri d’ufficio e contraffazione e uso di pubblici sigilli. Tra gli indagati c’è anche un imprenditore della logistica (di cui gli inquirenti non comunicano il nome) che avrebbe ottenuto agevolazioni per la propria società in cambio di un’assunzione e altre utilità.
L’inchiesta è iniziata nel settembre del 2019 e secondo gli inquirenti un ex deputato della Regione Sicilia sarebbe intervenuto sull’allora amministratore delegato della società interportuale (che è interamente partecipata da enti pubblici) per reintegrare una dipendente che era stata licenziata per giusta causa perché la donna aveva falsamente attestato il conseguimento di una laurea. In una dichiarazione, il segretario della Filt Cgil Sicilia, Alessandro Grasso, ha affermato che l’inchiesta è iniziata dopo una denuncia del sindacato.
Dopo la pubblicazione della notizia, la società di trasporto Lct (che ha ingestione spazi nell’Interporto di Catania) ha fatto scrivere dal suo legale che “in relazione a tali fatti si comunica che l’indagine non riguarda né Lct Spa né gli organi societari della medesima, che non è stata interessata da alcun provvedimento giudiziario e che continua ad intrattenere regolari rapporti con la Società degli Interporti Siciliani Spa”.