I sindacati confederali Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno indetto per lunedì 25 maggio 2020 uno sciopero nazionale dei lavoratori dell’intera filiera Dhl Express, sia dipendenti, sia collaboratori esterni. Il fermo comprende le attività di stoccaggio e quelle di trasporto per l’intera giornata. Le sigle hanno proclamato lo sciopero dopo l’esito negativo della riunione del 20 maggio con i vertici aziendali e un secondo tentativo il giorno dopo, anch’esso fallito. Walter Barbieri, coordinatore nazionale logistica di Uiltrasporti spiega che “i lavoratori protestano contro l’utilizzo eccessivo degli ammortizzatori sociali, che ha causato carichi di lavoro eccessivi e mancato reddito per i lavoratori indiretti”.
Appena dopo l’inizio del confinamento, a marzo, Dhl Express ha applicato in modo massiccio la cassa integrazione con una percentuale che i sindacati stimano intorno al 60-70%. “Ciò nonostante che il lavoro non sia diminuito”, precisa Barbieri. “Infatti, a fronte di un fermo quasi totale del traffico internazionale, quello nazionale è aumentato di due o tre volte, a causa dell’esplosione del commercio elettronico. La conseguenza è che alcuni autisti hanno raddoppiato il numero di consegne giornaliere”.
Questo non è però l’unico punto di frizione tra i sindacati e la società, perché ci sono anche questioni economiche. “Abbiamo chiesto che l’azienda integrasse con proprie risorse la differenza tra stipendio e cassa integrazione ma ci hanno offerto il buono pasto, che ovviamente non basta per affrontare le spese dei lavoratori”, aggiunge Barbieri. Per chi ha continuato a lavorare, i sindacati hanno chiesto un riconoscimento economico per l’impegno e il rischio per la salute: “Lo ha fatto Amazon con due euro l’ora per tutti i lavoratori, potrebbe farlo anche la Dhl, ma non abbiamo ottenuto risposta”.
Il terzo fronte della vertenza è quello sanitario. “Anche in questo caso rileviamo scarsa attenzione verso i lavoratori”, dichiara Barbieri. “Abbiamo chiesto sia di poter verificare all’interno degli impianti l’applicazione dei protocolli di sicurezza, sia un controllo della salute di tutti i lavoratori della filiera attraverso test sierologici, ma finora senza alcun riscontro positivo”.