Il 23 marzo la Guardia di Finanza di Trieste ha eseguito un provvedimento di sequestro disposto dalla locale Procura nei confronti di sette società operanti nella logistica e nella distribuzione nell’ultimo miglio dei pacchi (di cui non è fornito il nome). Nello stesso giorno, i Finanzieri hanno perquisito gli uffici di queste imprese non solo a Trieste, ma anche a Milano, Roma, Genova e Parma. L’accusa rivolta agli amministratori di fatto e di diritto è emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per attuare una frode fiscale.
L’inchiesta è iniziata nel 2022 dall’analisi di alcune anomalie rilevate in ambito societario, commerciale e finanziario in alcune società della logistica triestine. Così, gli investigatori del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno scoperto che le imprese indagate avevano contabilizzato fatture per un importo totale di oltre sette milioni di euro, emesse nel 2021 da tredici altre imprese costituite in Romania e munite di domicilio fiscale e partita Iva in diverse province italiane. Queste società, che duravano pochi mesi, emettevano fatture per prestazioni di trasporto mai svolte, consentendo quindi alle imprese destinatarie di abbattere artificialmente l’imponibile Ires e evadere il pagamento dell’Iva.
Questa inchiesta è connessa a quella che ha portato il 27 marzo 2023 all’amministrazione giudiziaria di Geodis, perché le ditte sotto indagine a Trieste erano fornitrici di servizi per la multinazionale francese. La Procura ha quindi sequestrato due milioni di euro alle sette società e ha applicato loro anche sanzioni pecuniarie. Inoltre risultano indagate venti persone.