In una nota diffusa lo stesso 17 maggio, Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti affermano che "la grande e convinta partecipazione di oggi dei lavoratori deve far riflettere le aziende ed indurle al ritiro delle procedure di licenziamento e dei trasferimenti punitivi, se si vuole affrontare un negoziato serio e responsabile per un piano di riorganizzazione efficace che eviti la scorciatoia delle esternalizzazioni delle attività". L'adesione sarebbe stata "totale", ma i sindacati denunciano che in alcuni siti e magazzini le aziende "hanno tentato di utilizzare i lavoratori interinali per sostituire i dipendenti che hanno scioperato, violando le leggi del nostro Paese".
In alcune città, i lavoratori hanno attuato presidi non solo davanti agli impianti, ma anche in luoghi simbolici. Una nota dei sindacatiti comunica che "si segnalano le iniziative di Torino con presidio davanti alla filiale FedEx di Settimo Torinese ed alla Prefettura, di Milano presso la filiale Tnt di Peschiera Borromeo e presso l'aeroporto di Malpensa, di Venezia presso l'aeroporto, di Bologna presso la sede della Rai, di Firenze presso la filiale Tnt di Calenzano, di Ancona presso la Prefettura, di Roma presso la filiale Tnt di Salone dove confluiscono anche gli addetti di FedEx, di Napoli presso la filiale Tnt di Casoria e di Caserta presso la filiale FedEx di Teverola, di Catania presso la Prefettura, di Cagliari presso la zona industriale Tnt".
Lo sciopero è stato indetto contro la ristrutturazione della rete italiana, che FedEx sta attuando dopo l'acquisizione di Tnt, e che prevede la chiusura di alcune filiali e il licenziamento di 315 lavoratori FedEx e 46 di Tnt, più il trasferimento di altre 115 persone, che secondo i sindacati comporterà numerose dimissioni. A livello europeo, la fusione delle due aziende prevede l'integrazione dei 40mila dipendenti di Tnt nelle strutture di FedEx, che conta 10mila addetti. Il 23 maggio si svolgerà il primo incontro tra i sindacati e i vertici aziendali, mentre il 25 maggio le parti sono state convocate al ministero per lo Sviluppo Economico. I sindacati chiedono la revoca di tutti i licenziamenti e trasferimenti, sostenendo che la situazione di mercato permette il mantenimento di tutte le attività operative, grazie anche alla crescita dell'e-commerce, mentre il personale di vendita può usare il telelavoro invece di essere trasferito in altre sedi.
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