"Dobbiamo lasciarci alle spalle l'idea che piccolo sia bello. Per poter recitare una parte nell'era dell'economia digitale dobbiamo elevare la nostra visione e capire che non sarà più possibile fare business senza le necessarie sinergie organizzative, commerciali e tecnologiche. Curando la formazione e l'aggiornamento delle nostre risorse umane potremo ancora dire la nostra". Con queste parole Maurizio Fasce, presidente uscente di Spediporto (associazione genovese degli spedizionieri), ha invitato la categoria e i propri associati al rinnovamento per non rimanere tagliati fuori dalle opportunità del futuro. L'occasione è stata la tradizionale assemblea annuale che quest'anno cade nel 70° anniversario di Spediporto.
Secondo il direttore della Casa di spedizioni internazionale Hartrodt Italiana, la categoria non potrà più essere rappresentata da aziende asset light, basate solo sulle risorse umane, ma queste stesse società dovranno investire in strutture in grado di offrire servizi a valore aggiunto alle merci: "In un mercato orientato dal web alla filosofia del Do it yourself, lo spedizioniere deve poter gestire la personalizzazione dell'organizzazione del trasporto" ha proseguito Fasce.
Il nuovo modello di spedizioniere, definito dal presidente uscente di Spediporto il "freight forwarder 2.0", ha di fronte a sé tre sfide principali: la prima è la rivoluzione del mercato dei consumi retail indotta dai marketplace della web-economy e da grandi operatori come Amazon, Ebay e Alibaba; la seconda sono i grandi progetti di ridefinizione della geografia logistica mondiale (raddoppio del canale di Suez, allargamento di Panama, progetti come il One belt one road, investimenti cinesi sul porto del Pireo, ecc.); la terza è rappresentata dalle mutazioni nel contesto normativo internazionale (Solas, dunque obbligo di pesatura dei container), comunitario (nuovo codice doganale comunitario) e nazionale (decreto di riforma dei porti e nuovo Piano strategico nazionale della portualità e della logistica). Dato questo nuovo contesto competitivo come evolverà la domanda di servizi logistici?
Fasce ha voluto sottolineare che esiste un nuovo continente senza confini, il web, che da solo è destinato a trasformare in maniera radicale il mondo del consumo, del lavoro e dei servizi, soprattutto logistici: "Secondo un recente studio di Deutsche Post intitolato Global E-Tailing 2025, la sfida dei prossimi dieci anni sarà molto legata, per il settore della logistica e dei trasporti, a saper aggiornare in chiave digitale il nostro lavoro, a saper costruire servizi sempre più orientati al cliente".
Il core business di una Casa di spedizioni "non potrà più essere solo composto di noli e dogana" ha aggiunto Fasce "ma va verso la consulenza logistica personalizzata a cui annettere servizi a valore aggiunto. La rivoluzione digitale dell'economia necessiterà di un supporto logistico aggiornato alle necessità degli operatori del commercio elettronico dove flessibilità del servizio, certezza dei tempi, rapidità e personalizzazione del lavoro sono fattori determinanti anche per sostenere un'adeguata politica di valorizzazione del servizio e dunque dei prezzi".
Ecco dunque in conclusione i suggerimenti di Fasce ai colleghi: "Dobbiamo abbandonare l'idea che si possa fare lo spedizioniere internazionale senza avere una adeguata struttura di supporto costituita da una rete internazionale di uffici e agenti. Dobbiamo passare quindi dall'attuale assetto office based a uno owned based, una strada già intrapresa dal 22% delle aziende del settore che ha deciso di entrare a far parte di multinazionali o di network internazionali. Apriamoci alla collaborazione e all'aggregazione, mettiamo a fattor comune strutture e competenze. In prospettiva sarà fondamentale il global reach, cioè la capacità di servire il cliente in ogni angolo del mondo e la specializzazione nei prodotti verticali, meno aggredibili dalla concorrenza esterna al mondo delle spedizioni".
Il secondo suggerimento del presidente di Spediporto agli associati è legato alla necessità di aggiornare i propri sistemi informativi e IT, che dovranno sempre più essere fruibili e possibilmente integrati con i sistemi portuali, per fornire ai clienti dati e informazioni in tempo reale non solo sul tracciamento fisico delle merci ma anche quello documentale, finanziario e amministrativo: "Il freight forwarder 2.0 dovrà avere, in proprio o condivise, piattaforme per il booking delle merci, per le quotazioni e l'acquisto di noli e assicurazioni".
Nicola Capuzzo
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