La Procura di Milano ha aperto un’indagine su quattro società che svolgono servizio di consegna a domicilio di prodotti alimentari e il 24 febbraio 2021 ha annunciato di avere notificato loro alcuni verbali che impongono l’assunzione di oltre 60mila ciclo-fattorini come lavoratori coordinati e continuativi, applicando “contratti adeguati”. Se ciò non avverrà, la Procura potrà prendere “specifici provvedimenti”, come decreti ingiuntivi.
Le società esaminate dai magistrati sono Uber Eats, Glovo-Foodinho, JustEat e Deliveroo. L’indagine è stata condotta in tutta Italia dai Carabinieri, che hanno interrogato migliaia rider in tutta Italia e circa mille in un solo giorno, per conoscere i loro rapporti e condizioni di lavoro. Al termine, la Procura di Milano ha elevato sanzioni per complessivi 733 milioni di euro e ha denunciato sei persone - amministratori delegati, legali rappresentanti o delegati per la sicurezza delle società indagate – per violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro.
La base normativa su cui si è basata l’inchiesta è la Legge che pone i ciclo-fattorini nella condizione di lavoratori coordinati e continuativi, prevedendo per loro l’applicazione del contratto nazionale Logistica, Trasporto Merce e Spedizioni. I magistrati milanesi hanno ribadito che i rider non devono essere pagati per singola consegna.
Inoltre, la Procura ha aperto un’inchiesta fiscale nei confronti di Uber Eats per verificare se paghi tutte le imposte dovute in Italia. Attualmente, la filiale italiana è in amministrazione giudiziaria da maggio nell’ambito di un’altra indagine sul caporalato.
L’episodio del 26 gennaio 2021 del videocast K44 Risponde è interamente dedicato alle condizioni di lavoro dei rider. Ve lo riproponiamo.