Il 10 aprile 2019 il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha annunciato che la Gran Bretagna e gli altri 27 Paesi dell'Unione Europea hanno raggiunto un accordo per spostare l'uscita dell'isola dalla Comunità al 31 ottobre 2019, lasciando così a Londra sei mesi per trovare un accordo interno sulle modalità di uscita. La decisione è giunta dopo ben otto ore di riunione durante un vertice straordinario tra tutti i Paesi comunitari per evitare una separazione senza accordo che secondo il programma sarebbe dovuta avvenire domani. Tusk avrebbe voluto un rinvio più lungo, ma ritiene i sei mesi accordati sufficienti per trovare una soluzione, aggiungendo che ora la partita è nella mani della Gran Bretagna.
Nel Consiglio si sono contrapposte due linee: una più dura, presieduta dal presidente francese Macron, che voleva concedere un rinvio breve fino al 30 giugno e una più morbida, presieduta dalla Cancelliera tedesca Merkel, che voleva concedere più tempo. Alla fine si è giunti al compromesso dei sei mesi, che mantiene l'unità dei 27 Paesi dell'Unione. Con questo rinvio la Gran Bretagna deve però partecipare alle elezioni per il Parlamento Europeo di maggio, altrimenti sarà automaticamente fuori dalla UE dal primo giugno. Il 31 ottobre coincide con la scadenza dell'attuale Commissione Europea presieduta da Juncker.
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