Il 26 novembre 2024 la Direzione Investigativa Antimafia ha comunicato l’esito dell’operazione Gigante, culminata con l’arresto di sei persone, tra cui un operatore della logistica portuale di Genova - di cui non è stato comunicato il nome - ritenuto coinvolto in un vasto traffico internazionale di stupefacenti. Le accuse riguardano trasferimento fraudolento di valori, associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, detenzione illecita di armi ed estorsione. Oltre agli arresti, è stato disposto il sequestro preventivo di un terreno nella zona del palermitano e sono state effettuate perquisizioni nelle abitazioni degli indagati.
L'operazione Gigante è partita da indagini antimafia del Centro Operativo Dia di Genova su alcune società di logistica, sospettate di infiltrazioni mafiose da parte di esponenti del mandamento Tommaso Natale di Palermo. Le indagini hanno portato all'emissione di interdittive antimafia nei confronti di queste società nel 2022 e ora a misure restrittive nei confronti di sei individui, tra l’imprenditore ligure della logistica portuale, un dipendente di una ditta di spedizioni, un esponente della famiglia Lo Piccolo di Palermo e tre cittadini sudamericani.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l'imprenditore ligure e l'esponente mafioso avevano comprato un terreno a Palermo, intestandolo alla società del genovese per evitare il sequestro del bene, già sottoposto a misure di prevenzione patrimoniale. Il terreno, situato nel quartiere Tommaso Natale-Cardillo di Palermo, aveva un valore strategico per la famiglia mafiosa, che intendeva cambiarne la destinazione d'uso da agrumeto a zona edificabile. Durante le indagini, oltre al sequestro del terreno di cinquemila metri quadrati, sono state trovate quattro pistole e 500 proiettili, nascosti dall'imprenditore all'interno di un container della sua società logistica.
L'imprenditore genovese è anche accusato di aver organizzato un traffico internazionale di cocaina proveniente dal Sudamerica, sfruttando la propria società e con l'aiuto di un dipendente che redigeva documentazione falsa per coprire le operazioni. Al traffico hanno collaborato alcuni cittadini sudamericani, che facilitavano l'importazione di cocaina dall'Ecuador. La droga, per un valore complessivo di oltre 600 mila euro, era in parte pagata in contanti attraverso canali di trasferimento illegali gestiti da individui di nazionalità cinese residenti a Roma.
Le indagini hanno inoltre rivelato che, a causa di problemi logistici nel porto di Guayaquil (Ecuador), le spedizioni di cocaina dirette al porto di Genova tra agosto 2022 e maggio 2023 hanno subito forti ritardi. Le attività illecite sono state ricostruite anche grazie alla collaborazione dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Genova. Inoltre, secondo gli inquirenti l'imprenditore genovese, con le armi in suo possesso, aveva minacciato di morte una persona per costringerla a cedere un immobile in comodato d'uso. La struttura sarebbe poi stata trasformata in un alloggio turistico.