“Quello che porto è un messaggio di forte preoccupazione del sistema industriale per una condizione d’incertezza che sta diventando insostenibile”: con queste parole ha infatti concluso il suo intervento Giuseppe Mele, direttore Coesione territoriale, infrastrutture e trasporti di Confindustria in occasione di un convegno organizzato da Animp per affrontare il delicato tema dell’andamento anomalo dei noli marittimi e del relativo impatto sulla filiera dell’impiantistica. In particolare, il rappresentante degli industriali ha messo in evidenza il fatto che nel sistema associativo la questione dei noli marittimi “sta ora diventando esplosiva e si sta sovrapponendo al deciso incremento dei prezzi delle materie prime”. Un misto preoccupante che impone agli industriali di trovare delle soluzioni o quantomeno delle contromisure nel più breve tempo possibile.
Mele ha sottolineato come “questo andamento dei noli marittimi rischia di coinvolgere la stessa geografia economica globale. Il nostro export rischia di essere non solo meno competitivo ma anche di essere sostituito da forniture ‘di prossimità’. La riduzione della nostra competitività commerciale coinvolge inevitabilmente trasporto marittimo e spedizioni nazionali”. Secondo il rappresentante di Confindustria, servirebbe “un approccio di sistema-Paese, basato su una maggiore collaborazione tra domanda manifatturiera, trasporto marittimo e spedizioni. Come?”.
Mele ha ancora spiegato che da novembre “c’è stata una crescita sensibile delle segnalazioni delle nostre rappresentanze territoriali e di categoria sulla crescita dei prezzi e dell’incertezza sulla disponibilità dei noli marittimi”. Le segnalazioni parlano di “costi insostenibili e spiazzamento competitivo delle nostre esportazioni”, e di “improvvide disdette e difficoltà di nuove disponibilità di spedizione” e “rischi di penali per ritardata o mancata consegna”.
Il futuro prossimo non promette nulla di buono, perché Mele ha riportato come “le aspettative moderatamente positive per il 2021 rischiano di essere riviste al ribasso, data l’importanza dell’export (ma anche dell’import) per la nostra economia”. Durante lo stesso webinar Alessandro Pitto, presidente dell’associazione genovese degli spedizionieri Spediporto e vicepresidente della federazione nazionale Fedespedi, ha elencato alcune raccomandazioni per muoversi nel “new normal”. Sono queste: “Prepararsi a pagare più degli anni scorsi per le spedizioni (ma meno delle rate di nolo spot attuali); prevedere i volumi da trasportare il più precisamente possibile; negoziare space allocations in anticipo; valutare di tenere una parte dei volumi sul mercato spot perché in questo momento i contratti sono quotati ai noli più alti di sempre; spostare parte dei volumi su contratti premium; suddividere il rischio (carriers, routings, container vs break bulk); appoggiarsi a uno spedizioniere professionale”.
Nicola Capuzzo