Il 2024 è stato un anno denso di soddisfazioni per il trasporto marittimo di container, caratterizzato da una crescita degli utili. La domanda globale di spedizioni è aumentata tra il 6% e il 30%, spinta dalla ripresa economica postpandemica e dall’espansione del commercio elettronico. Questa crescita ha favorito l’incremento dei ricavi per la maggior parte delle compagnie, che hanno beneficiato anche dell’aumento delle tariffe di trasporto, soprattutto sulle rotte transpacifiche e tra l’Asia e l’Europa. Le tensioni nel Mar Rosso hanno avuto un ruolo determinante sull’andamento del settore. Gli attacchi alle navi commerciali hanno costretto molte compagnie a deviare le rotte, con un conseguente allungamento dei tempi di consegna e un aumento dei costi operativi. Tuttavia, questa crisi ha anche determinato un rialzo delle tariffe di trasporto, compensando in parte l’incremento delle spese.
Analizzado i risultati delle principali compagnie (quelle che li hanno diffusi) appare che la danese Maersk ha registrato un utile netto di 6,09 miliardi di dollari, con un aumento del 56% rispetto al 2023 e un fatturato di 55,5 miliardi di dollari. La francese Cma Cgm ha visto il proprio fatturato crescere del 38,5% nel terzo trimestre, raggiungendo i 15,8 miliardi di dollari, con un Ebitda di 5 miliardi. Anche la cinese Cosco ha riportato un incremento significativo, con un utile netto di 6,7 miliardi e un fatturato di 17,1 miliardi di dollari.
La compagnia tedesca Hapag-Lloyd ha generato un Ebitda di 5 miliardi di dollari e un fatturato complessivo di 20,7 miliardi, mentre Hmm ha chiuso l’anno con un utile netto di circa 2,6 miliardi di dollari, e un margine operativo del 30%. In roiente, la taiwanese Evergreen Line ha visto una crescita del fatturato del 109,8% nel terzo trimestre, arrivando a 4,77 miliardi di dollari, mentre la cinese Yang Ming ha toccato i 2,2 miliardi di dollari con un incremento del 102,9%. Infine, l’israeliana Zim ha riportato un fatturato annuo di 5,16 miliardi di dollari e un utile netto di 373 milioni nel secondo trimestre, mentre One ha registrato un fatturato annuo di 13 miliardi di dollari.
Oltre alle tensioni geopolitiche, altri fattori hanno influenzato il settore, tra cui gli scioperi portuali in Europa e Nord America che hanno causato ritardi nelle spedizioni, le fluttuazioni dei prezzi del carburante con un impatto diretto sui costi operativi e le condizioni climatiche avverse, come i bassi livelli dell’acqua nel Canale di Panama e nel Reno, che hanno ostacolato il traffico marittimo. Le sanzioni alla Russia hanno inoltre modificato le rotte commerciali globali, imponendo nuove strategie logistiche.
Guardando al futuro, il 2025 si prospetta come un anno di sfide e opportunità. Tra i principali rischi emergono l’eccesso di capacità dovuto all’arrivo di nuove navi ordinate durante il boom postandemico, le incertezze macroeconomiche legate all’inflazione e alle politiche commerciali globali, le nuove regolamentazioni ambientali che richiederanno investimenti per la riduzione delle emissioni di carbonio e l’impatto delle nuove alleanze strategiche come la Gemini Cooperation e la Premier Alliance, che ridefiniranno gli equilibri di mercato.