Dopo il pronunciamento di maggio 2023 del Tar Liguria sull’assegnazione per la costruzione della nuova diga foranea del porto di Genova – che ha accolto il ricorso del perdente Consorzio Stabile Eteria – all’inizio di agosto è arrivato un altro pesante rilievo negativo da parte dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac), che in una relazione di ventidue pagine individua otto elementi critici o anomali. E non si tratta di questioni marginali, perché si parla di scarsa trasparenza, conflitto d’interessi, mancato rispetto della concorrenza e un vizio originario che riguarda l’applicazione del Decreto Genova, quello emesso per la ricostruzione del ponte Morandi.
Ora l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, che ha indetto la gara, e la struttura commissariale (entrambe presiedute da Paolo Emilio Signorini) devono rispondere alle obiezioni dell’Anac. La prima delle quali riguarda l'inammissibilità della nuova diga ad accedere alle procedure agevolate previste dal Decreto Genova, perché essendo l’opera stata programmata nel 2010 non può ritenersi in qualche modo legata al crollo del ponte Morandi (avvenuto nel 2018). A tale proposito, l’Autorità ricorda che l’assegnazione per la diga è avvenuta tramite procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando.
L’Anticorruzione ritiene anche “singolare” la procedura di assegnazione, avviata con un avviso esplorativo cui hanno risposto due consorzi, quello vincente condotto da Webuilt e quello Eteria. Però nessuno dei due presentò un’offerta. A quel punto, secondo l’Anac, l’Autorità portuale avrebbe dovuto indire una nuova procedura con un secondo avviso esplorativo, mentre avviò la trattativa negoziata che “potrebbe avere ristretto la concorrenza”. A ciò si aggiunge una modifica al capitolato.
L'anticorruzione riprende anche i dubbi riferiti dall’ingegner Pietro Silva (sui quali riproponiamo il podcast di K44) sui lavori di fondazione 35 metri di profondità. Ciò ha comportato modifiche allo schema di contratto con possibili variazioni economiche in corso d’opera. Secondo l’Autorità, questa variazioni annullerebbero i rischi d’impresa e comunque erano già previste e coperte nella gara andata deserta.
Il conflitto d’interessi riguarderebbe il presidente di Webuilt (da giugno 2021) Marco Rettighieri, che nel 2019 venne nominato da Marco Bucci (sindaco di Genova e commissario per la ricostruzione) responsabile dell’attuazione del programma che comprende anche la nuova diga. L’Anac cita anche la decisione del Tar Liguria, che ha escluso Webuilt dall’assegnazione perché non avrebbe dimostrato alcuni requisiti speciali di capacità tecnico-professionali.
Sia la sentenza del Tar Liguria, sia questa indagine dell'Anac non influiscono sui lavori, che proseguono grazie alle nuove norme che nel caso di annullamento di una gara per opere considerate strategiche prevedono solo un risarcimento al soggetto che la ha persa. Risarcimento che in questo caso deve essere ancora valutato e che dovrà essere pagato dall’Autorità portuale e quindi, in ultima istanza, dallo Stato. E su cui potrebbe intervenire la Corte dei Conti.