Ad aprile 2024 l'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale ha consegnato le aree per il cantiere del nuovo terminal container di Venezia alla cordata d'imprese vincitrice dell'appalto, guidata da Fincantieri Infrastructure Opere Marittime e composta da Trevi, Cgx-Costruzioni Generali Xodo e Zeta (14,50%). Il cantiere si estenderà in un'area di circa 8,5 ettari e i primi lavori consisteranno nella realizzazione di una nuova banchina e il piazzale retrostante, oltre agli scavi necessari per portare il Canale Industriale Ovest alla profondità di 12 metri.
Il terminal, che nasce dalla trasformazione di un'area industriale dismessa di 90 ettari, potrà accogliere portacontainer di classe Panamax e di gestire un traffico annuo fino a un milione di teu. Un'opera che non solo aumenterà la capacità di movimentazione container del porto, ma che contribuirà anche alla riqualificazione di Porto Marghera, riducendo l'impatto ambientale grazie alla bonifica dei terreni inquinati.
Il progetto complessivo, che comprende tre stralci, ha un costo stimato di 428 milioni di euro. Dopo al primo stralcio, si prevede la realizzazione di una piattaforma intermodale con doppio fascio ferroviario e zone dedicate allo stoccaggio dei container. Un'iniziativa che si inserisce nella strategia di trasformazione del porto veneziano, puntando a ridurre al minimo le interferenze tra le aree logistiche e quelle commerciali e residenziali.
Fulvio Lino Di Blasio, commissario Montesyndial e presidente dell'Asp, ha espresso grande fiducia nel progetto: "Crediamo fermamente nel potenziale del nuovo terminal, per il quale abbiamo stanziato più risorse che per qualsiasi altra infrastruttura nei porti lagunari. Sarà un hub intermodale capace di servire efficacemente il tessuto produttivo veneto e del nordest, attirando anche nuovi investimenti internazionali".