Il nuovo complesso TrangerMed 2 sarà dedicato al transhipment e si affiancherà al terminal già esistente, TangerMed 1, dove APM Terminals è già presente (insieme con Contship Italia) nell'azionariato della società di gestione e che muove 1,7 milioni di teu l'anno. La nuova struttura sarà ancora più grande, perché avrà una capacità di cinque milioni di teu l'anno e richiede un investimento di 758 milioni di euro.
APM Terminals ha conquistato la concessione per trent'anni, a partire dal 2019, anno in cui Tanger Med 2 diventerà operativo. Il terminal avrà due chilometri di banchina e sarà altamente automatizzato perché APM Terminals intende installare lo stesso equipaggiamento del terminal Maasvlakte II di Rotterdam, aperto nel 2015 e che sta provocando proteste da parte dei portuali per gli esuberi previsti. Finora, la Tanger Med Port Authority ha completato 1200 metri di banchina.
Quando sarà completato TangerMed 2 e con il potenziamento di TangerMed 1, il complesso portuale marocchino avrà una capacità totale di nove milioni di teu, diventando il più grande polo di transhipment della costa meridionale del Mediterraneo. Inoltre, APM Terminals avrà il predominio della parte occidentale del bacino, perché la società danese gestisce anche il terminal spagnolo di Algeciras, che muove 3,5 milioni di teu l'anno e che sta potenziando le gru ship-to-shore per lavorare portacontainer da 18mila teu. E dal 2018 aggiungerà pure il terminal di Vado Ligure, con altri 800mila teu.
Di fronte a questo scenario, sorgono domande sul futuro di Gioia Tauro come scalo di transhipment. Un futuro minato anche dalla crescita di Port Said, proprio all'imbocco del Canale di Suez, che ha appena terminato i lavori che gli consentono un'operatività 24 ore su 24 e che ne portano la capacità a 5,4 milioni di teu, con possibilità di accogliere navi da 18mila teu. Senza dimenticare lo scalo del Pireo, ormai saldamente nella mani della cinese Cosco, che ne ha fatto il suo hub per l'intero Mediterraneo.
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