Nel settembre 2023, per far fronte alla carenza di personale, l'Autorità di Sistema Portuale del Basso Tirreno e Jonio avviò tredici concorsi pubblici, formando le commissioni giudicatrici e coinvolgendo anche figure esterne, come membri della Avvocatura Distrettuale dello Stato di Catanzaro, nonché dirigenti, quadri e impiegati dell'Ente. La responsabile Anticorruzione dell'Autorità, tuttavia, denunciò presunte irregolarità nelle dichiarazioni dei partecipanti alle commissioni, sostenendo che alcuni membri, nonostante il ruolo di segreteria, non avrebbero potuto far parte delle commissioni se avessero avuto condanne passate in giudicato per reati contro la Pubblica Amministrazione.
Tra i denunciati figuravano un dirigente e tre impiegati, accusati di aver fornito dichiarazioni mendaci alla Pubblica Amministrazione. L'episodio generò scalpore, portando all'intervento dell'Autorità Nazionale Anticorruzione. Nonostante ciò, il segretario generale dell'Asp, ammiraglio Pietro Preziosi, fin dall'inizio espresse contrarietà all'atteggiamento della responsabile Anticorruzione, sanzionandola disciplinarmente.
Dopo lunghe indagini, la Procura di Palmi ha richiesto al giudice per le indagini preliminari l'archiviazione delle accuse per la totale "insussistenza del fatto". La denunciante aveva presentato opposizione, limitandosi a una critica delle conclusioni del Pubblico Ministero senza fornire nuove prove a sostegno. Archiviando definitivamente tutte le accuse, il Gip ha sottolineato l'inammissibilità dell'opposizione e l'impossibilità di sostenere qualsiasi accusa in giudizio. Tutti i denunciati, infatti, avevano dichiarato correttamente di non essere mai stati condannati per reati contro la Pubblica Amministrazione.
L'archiviazione ha inoltre escluso qualsiasi ipotesi di responsabilità penale per il segretario generale Preziosi, che non era tenuto a ulteriori verifiche o chiarimenti. L'ammiraglio ha espresso soddisfazione per l'esito del procedimento: “Esprimo le più vive soddisfazioni per questa archiviazione, non avendo mai nutrito il minimo dubbio sull'operato e sulla veridicità delle dichiarazioni dei miei più stretti collaboratori, e anche del segretario generale, sulle cui decisioni ci fu piena sintonia. Solo oggi si rende piena giustizia, avendo scelto di non farlo nella immediatezza del fatto per motivi estranei alla volontà dell'Ente”.