Il 18 giugno 2024 le Forze dell’ordine italiane hanno attuato nel porto di Gioia Tauro un ingente sequestro di armi che erano stoccate in container scaricati dalla nave Msc Arina. La notizia è stata diffusa il 24 giugno, precisando che il carico clandestino vale svariati milioni di euro. Dalle prime informazioni, emerge che questa è la conclusione di un’operazione internazionale condotta dagli Stati Uniti nell’ambito d’indagini sui rapporti tra la Russia e il suo alleato libico Khalifa Haftar. Secondo gli statunitensi, le armi sarebbero state indirizzate a Bengasi, la città controllata dal leader libico, che sarebbe anche la porta d’ingresso di grandi quantitativi di armi e di miliziani russi.
Le Nazioni Unite hanno da tempo dichiarato illegale l’invio di armi in Libia, dove da anni è in corso una guerra civile tra l’Esercito Nazionale Libico – guidato da Haftar e sostenuto dalla Russia – e il Governo di Accordo nazionale guidato da Fayez al-Sarraj. Quest’ultimo è riconosciuto dall’Onu e sostenuto principalmente da Turchia e Qatar. Fonti statunitensi sospettano che i russi vogliano creare una base a Tobruk, città controllata da Haftar e quindi stanno tenendo sotto controllo i traffici verso la Libia orientale e meridionale. Le fonti non hanno rivelato che tipo di armi sia stato trovare nei container.
La portacontainer Msc Arina non è stata coinvolta nell’indagine e quindi è potuta ripartire per continuare il suo viaggio, iniziato il 30 aprile 2024 nel porto di Yantian, nella Cina meridionale. Dopo avere scalato a Singapore, la nave era entrata nel Mediterraneo da Gibilterra, perché aveva evitato il Canale di Suez. Prima di Gioia Tauro aveva fatto scalo a Valencia e Barcellona.