L'Operazione Port Utility è iniziata nei primi mesi del 2015 e durante l'indagine i Finanzieri hanno eseguito numerose perquisizioni e accertamenti bancari nei confronti di 25 società e persone fisiche. Inoltre, hanno attivato una cooperazione giudiziaria internazionale con Malta, dove sono state svolte nell'ottobre del 2016 altre perquisizioni. Quest'attività d'investigazione ha individuato un ingegnere siciliano di 57 che che avrebbe costituito tre società definite dalla Finanza "cartiere", ossia la Malta Tecnass Holding Ltd, la New Pro Engineering Ltd e la Tremme Ltd che avrebbero avuto come fine spostare a Malta fondi illegali.
L'ingegnere avrebbe corrotto un commissario della gara bandita dall'Autorità Portuale di Augusta per "Servizi ingegneria per la redazione della Valutazione Ambientale Strategica a corredo del piano regolatore", cui ha partecipato una società in parte riconducibile all'indagato, che è stato arrestato. La Finanza precisa che "l'appetibilità dell'appalto consisteva nella circostanza che lo stesso, inizialmente del valore di 1.810.920 euro, subito dopo la sua aggiudicazione avvenuta con la procedura del ribasso a 751.986,70 euro, sarebbe stato esteso, almeno nelle intenzioni del Miceli, ad oltre 5 milioni di euro, senza ricorrere ad altra gara pubblica".
Gli inquirenti ritengono che i piani dell'ingegnere risalgano a tre mesi prima dell'inizio della gara, avvenuto nell'ottobre 2013, già riuscendo a inserire la persona corrotta all'interno della commissione. "Ultimati i lavori di valutazione delle offerte presentate, l'appalto veniva aggiudicato ad un Raggruppamento Temporaneo Imprese, di cui una società era quella in parte riconducibile al Miceli", spiega la Finanza.
Il membro corrotto della commissione avrebbe ricevuto 330mila euro sotto forma di pagamento di una consulenza avvenuta nell'ambito di un altro appalto per il porto di Augusta. Questa cifra sarebbe stata pagata in più rate, man mano che avanzavano le prestazioni rese. Per ricevere il denaro, la persona corrotta ha costituito una società a Malta.
Al termine dell'indagine, gli inquirenti hanno indagato quattro persone: l'ingegnere, il commissario corrotto e due soci dello studio Tecnass. Inoltre, il Gip ha decretato il sequestro preventivo della Tecnass perché avrebbe evaso il pagamento d'imposte per 482.105 euro.
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