Si allarga il conflitto tra Onorato Armatori e alcuni fondi d'investimento sul destino di Moby, dopo che alcuni fondi hanno chiesto al Tribunale di Milano di attuare procedure concorsuali nei confronti della compagnia, che a sua volta ha dato mandato ai suoi avvocati per denunciare i fondi. Il 24 settembre l'associazione Assarmatori, cui aderisce Onorato Armatori, ha diffuso un comunicato intitolato "Basta con la finanza speculativa", che sostiene la compagnia italiana. Il presidente dell'associazione, Stefano Messina, spiega che "il caso Moby rappresenta la conferma, purtroppo acuta, di un momento particolarmente delicato nei rapporti fra finanza e shipping" e chiede un ripensamento e un nuovo quadro di regole. "Lontani ormai i tempi dei rapporti lineari fra gruppi armatoriali e banche disposte e in condizione di sostenere lo sforzo imprenditoriale e d'investimento nel rinnovamento delle flotte, ora un'industria così capital intensive come quella del mare e così essenziale per gli equilibri strategici dell'economia e dell'interscambio mondiale non può essere abbandonata ai venti di tempesta della speculazione".
Messina prosegue affermando che"ben vengano nuovi player finanziari in grado di sostenere anche gli sforzi che i gruppi armatoriali come Moby stanno ad esempio affrontando nel campo della tutela dell'ambiente, ma è oggi necessario che questi gruppi cessino di considerare le navi, le rotte marittime e specialmente i marittimi, alla stregua di un gioco di Monopoli dove la partita si apre e si chiude in tempi strettissimi con plusvalenze milionarie a favore di chi specula". Il presidente di Assarmatori conclude sostenendo che "lo shipping, e quello italiano in particolare, ha bisogno non di speculatori che acquistano, come avvenuto nella fattispecie, al mercato secondario titoli obbligazionari emessi dalla compagnia, ma di partners che investano in progetti e abbiano nel loro codice genetico finanziario il sostegno, l'affiancamento di iniziative industriali e non speculazioni usa e getta fatte sulla pelle di un gruppo che impiega cinquemila persone e che costituisce un'importante infrastruttura del nostro Paese".
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