Il virus che è apparso oggi e che pare diffuso a livello globale è un ramsoware, ossia un programma che cripta i dati dei computer rendendoli inutilizzabili finché non si paga un riscatto ai pirati informatici, che forniscono il codice di sblocco. Il suo nome è Petya e l'infezione sarebbe partita dalla Russia, espandendosi poi in Europa. Il riscatto chiesto è di 300 bitcoin.
Tra le società colpite s'è il gruppo danese Moller-Maersk, che è il primo ad avere rilevato e denunciato l'attacco informatico. In una nota pubblicata sul suo sito web, Maersk avverte che i sistemi informatici sono inattivi: "Confermiamo che i sistemi IT sono down attraverso diversi siti e divisioni a causa di un cyberattacco", scrive la società. "La sicurezza dei nostri dipendenti e delle nostre operazioni è in cima alle nostre priorità. Aggiorneremo quando avremo maggiori informazioni". Rappresentanti di Maersk Italia hanno confermato a TrasportoEuropa che l'attacco ha colpito sistemi e terminal marittimi del gruppo, anche in Italia.
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