In questo primo scorcio di 2017 gli armatori italiani si stanno mettendo in mostra sul mercato dello shipping internazionale per diverse operazioni di vendita. L'ultima in ordine di tempo è la d'Amico International Shipping che, annunciando i risultati 2016 (chiusi con un rosso di 12,8 milioni di dollari, di cui 6,6 appunto per svalutazioni, ricavi pari a 261 milioni, Ebitda di 55 milioni e indebitamento netto pari a 527,8 milioni), ha reso noto che altre tre navi della flotta sono prossime alla dismissione. "Nella maggior parte dei casi, noleggiamo le navi vendute a terzi per qualche anno e questo ci permette di mantenere elevata la capacità della nostra flotta in un mercato atteso in miglioramento e al tempo stesso di migliorare anche la nostra liquidità e flessibilità finanziaria, spiega l'amministratore delegato di d'Amico I.S. Marco Fiori.
Si prepara a cedere tre navi anche Rbd Armatori. La società di Torre del Greco - attualmente in concordato preventivo - ha comunicato di aver avviato "un processo di vendita, su base competitiva", delle tre bulk carriers più datate in flotta (Giovanni Battista Bottiglieri, Grazia Bottiglieri e Orsolina Bottiglieri). Per Rbd questa vendita rientra nel piano di ristrutturazione avviato "che prevede anche lo snellimento della flotta con l'obiettivo di ottimizzare i risultati e rafforzare il business, concentrando l'operatività aziendale sulle navi di tonnellaggio moderno e all'avanguardia tecnologica, oltre che su settori maggiormente strategici".
In vista della prossima adunanza dei creditori fissata per il 26 aprile, il fondo di turnaround Pillarstone era intenzionato a presentare una proposta concordataria in competizione a quella della proprietà di RBD Armatori ma nelle ultime settimane l'ipotesi pare essere sfumata. Pillarstone è concentrata invece su Premuda, poichè il prossimo 30 marzo è convocata l'assemblea nella quale il fondo di KKR sottoscriverà l'aumento di capitale assumendo il controllo totale della shipping company genovese con un aumento di capitale da 50 milioni.
La famiglia Romeo, napoletana di origine ma di stanza a Lugano, ha deciso di conferire tutta la sua flotta di navi dry bulk operate tramite Nova Marine Carriers in una nuova joint venture (di cui ancora non si conoscono le quote azionarie) che nascerà a breve con Algoma Central, gruppo canadese col quale aveva già avviato l'anno scorso una joint venture limitata alle navi cementiere. I Romeo da un anno hanno scelto la strada delle collaborazioni con importanti gruppi internazionali per navigare meglio nelle acque agitate dello shipping in futuro. Della nuova joint venture con Algoma faranno parte inizialmente 70 navi fra unità di proprietà e noleggiate.
Fra le cessioni di naviglio battente bandiera italiana c'è da registrare anche la dismissione di una portacontainer (la RR Europa) da parte del gruppo genovese Rimorchiatori Riuniti per una cifra che dovrebbe aggirarsi intorno ai tre milioni di dollari. La nave in questione, stando a quanto rivelano alcuni broker marittimi, sarà destinata alla demolizione nonostante l'età (15 anni) le consentirebbe di operare ancora per un decennio. La crisi del settore container generata dall'eccesso di stiva disponibile sul mercato ha portato nei mesi scorsi alla scelta estrema da parte di alcune società di demolire navi di appena sette anni.
Dopo aver acquistato due tanker lo scorso autunno, anche il gruppo Amoretti Armatori di Parma si è appena messo in mostra sul mercato per aver venduto tre unità della flotta. Si tratta delle tre navi cisterna Mary Wonsild, Janne Wonsild e Costanza Wonsild (tutte costruite nei primi anni '90) passate di mano per oltre sei milioni di dollari. Una di queste, la Mary Wonsild, è stata acquisita da un'altra società italiana, Giuliana Bunkeraggi di Trieste, che la impiegherà per attività di bunkeraggio nello scalo giuliano.
Nicola Capuzzo
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