S’incrina la pace sociale che dall'insediamento di Zeno D’Agostino alla presidenza dell’Autorità portuale ha favorito la crescita del porto di Trieste. La crepa arriva dalla decisione, annunciata il 19 novembre 2021, dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale di annullare il protocollo d’intesa firmato a luglio 2020 che riconosce il Comitato Lavoratori Portuali di Trieste (Clpt) come organizzazione sindacale. In realtà, l’alleanza tra l’Autorità portuale e la sigla sindacale è iniziata nel 2014 e ha garantito sette anni di pace sociale. Con la decisione d’interromperla, l’atmosfera nel porto giuliano potrebbe riscaldarsi, anche perché nei prossimi mesi dovranno essere firmati contratti integrativi.
L’Autorità portuale giustifica l'annullamento del protocollo con lo sciopero del 15 ottobre 2021 contro l’obbligo del Green Pass, cui inizialmente il Clpt aveva aderito, per poi dissociarsi nei giorni seguenti. L’Autorità afferma che lo sciopero e le sue modalità di comunicazione hanno violato il contratto nazionale dei porti.
In concreto, scrive l’Autorità portuale “non sono stati rispettati gli obblighi di comunicare alle imprese portuali l’intenzione di avviare uno sciopero con un preavviso minimo di dieci giorni con l’indicazione della motivazione, della data, della durata e dell’orario di astensione dal lavoro; di avere riguardo, nell’effettuazione dello sciopero, alla integrità e alla sicurezza dei lavoratori, dell’utenza, degli impianti e dei mezzi nonché di assicurare, mediante appositi accordi tra azienda-autorità portuale e Rsa, la presenza del personale necessario, tra l’altro, a garantire la sicurezza degli impianti e la tutela del patrimonio aziendale”. Tali violazioni, conclude la nota costituiscono un “mancato rispetto del Protocollo d’Intesa sottoscritto il 27 luglio 2020 da Clpt, che comporta l’immediata decadenza dell’accordo”.
Il Clpt ha risposto affermando che il comitato esiste “non perché ha firmato un protocollo che è stata solo l’Autorità portuale a non rispettare. Continuerà a esistere e operare finché saranno i lavoratori a volerlo”. Il Comitato è nato nel 2014 dall’iniziativa di alcuni lavoratori per far valere l’Allegato VIII “e per difendere i loro diritti e la loro dignità”. In questi anni, aggiunge la nota della sigla “è cresciuto e ha ottenuto risultati anche importanti grazie ai lavoratori portuali che lo hanno sostenuto”.
La scelta dell'Autorità portuale triestina arriva in una fase di crescente tensione sindacale nei porti. Sono in agitazione i lavoratori di Livorno e del Psa Pra’ di Genova, che stanno attuando scioperi che si riflettono sull’intera filiera del trasporto. Nello scalo toscano è in corso uno sciopero di due giorni (18 e 19 novembre) proclamato da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti che secondo i sindacati sta ottenendo un’adesione elevata. Ai varchi si sono create lunghe file di camion che non riescono a entrare nel porto a causa dei presidi. La vertenza proseguirà con lo sciopero degli straordinari a tempo indeterminato. Al terminal Psa Pra’ di Genova si è svolta dall’8 al 14 una seconda serie di scioperi a singhiozzo indetti dalla Rsu nell’ambito del contratto integrativo.