Dopo anni di fermo, Opere Marittime per il Veneto del Piopp, Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche, ha autorizzato i lavori di escavo del Canale Malmocco-Marghera, che è la principale arteria per portare le navi nel porto di Marghera. Secondo quanto dichiara l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, saranno rimossi 537mila metri cubi di fanghi, permettendo così la navigazione commerciale. Il materiale scavato sarà conferito nell’Isola delle Tresse, mentre i sedimenti di tipo A saranno utilizzati per il ripascimento di una serie di barene identificate dall’Autorità assieme al Piopp. Il Piopp ha anche autorizzato l’escavo di oltre seimila metri cubi di sedimenti. nel Canale Industriale Ovest di Porto Marghera che potrà essere riportato alla quota di pescaggio di -11 metri. I lavori di escavo sono già stati aggiudicati con procedura aperta e complessivamente richiedono una spesa di oltre quindici milioni di euro.
“Ci sono voluti anni, troppi sicuramente, ma finalmente, grazie anche alla preziosa collaborazione del Provveditore Cinzia Zincone e all’attiva partecipazione di tutta la comunità portuale veneta, possiamo dire di aver sbloccato il nodo degli escavi in Laguna”, ha dichiarato il Commissario Straordinario Pino Musolino. “L’autorizzazione ci permette di riguadagnare il pescaggio perso negli ultimi anni e, di conseguenza, di migliorare sensibilmente l’accessibilità nautica della principale arteria di comunicazione del porto veneziano. In parole povere, il porto di Venezia potrà presto riallacciare i preziosi rapporti con gli operatori internazionali che si erano raffreddati a causa di un assurdo impasse burocratico. Ciò vorrà dire riportare in Laguna i collegamenti diretti e i servizi di feederaggio con i principali hub portuali del Mediterraneo e dell’Estremo Oriente, alimentando il lavoro dei nostri terminal, servendo con maggior efficacia l’industria veneta e sviluppando nuovi e competitivi servizi logistico-portuali. Il lavoro da fare per recuperare il terreno perduto è ancora grande ma confido che la convergenza politico-amministrativa di questi ultimi mesi possa gettare le basi per un solido rilancio che dovrà passare, necessariamente, anche per il recupero dei pescaggi del porto di Chioggia”.