Il colosso sudcoreano del trasporto marittimo Hyundai Merchant Marine prepara un'alleanza con il colosso del private equity BlackRock. I dettagli dell'operazione sono ancora allo studio ma, secondo quanto è stato confermato da un portavoce del gruppo asiatico dopo l'anticipazione di Korea Economic Daily, le parti hanno intendono sfruttare opportunità d'investimento che indurrebbero BlackRock a iniettare liquidità per circa 880 milioni di dollari in quella che è ad oggi la maggiore compagnia di navigazione coreana nel trasporto dei container.
La società ha grande necessità di un piano di rilancio, dopo che nell'ultimo anno il governo locale ha investito oltre un miliardo di dollari per salvarla essendo stata indirettamente toccata anche dal fallimento della compagnia di navigazione Hanjin Shipping che, insieme proprio a Hyundai, costituiva fino all'anno scorso la spina dorsale delle esportazioni coreane in tutto il mondo. Hyundai è la quattordicesima società di trasporto marittimo container al mondo e fatica a stare a galla in un settore dove da alcuni anni ha preso avvio un processo di consolidamento fatto di fusioni e acquisizioni.
Per BlackRock il timing dell'investimento in Hyunday potrebbe rivelarsi davvero molto azzeccato perché, secondo la società di ricerca specializzata Drewry, quest'anno i margini di guadagno sui noli marittimi per il trasporto container hanno toccato il 16%. Nel giro di due anni, secondo Philip Damas, direttore della divisione Supply Chain Advisors di Drewry, il mercato è passato da 20 a 11 compagnie e chiaramente questa concentrazione ha aumentato il potere contrattuale dei vettori marittimi indebolendo invece quello degli spedizionieri o comunque dei caricatori.
Non a caso, gli stessi analisti di Drewry calcolano che nel 2017 i principali attori del trasporto container via mare otterranno un risultato d'esercizio positivo pari 5 miliardi di dollari, mentre l'anno scorso la perdita aggregata dei global carrier era stata di 3,5 miliardi di dollari. Ma come da tradizione in un settore quale lo shipping che è sempre stato ciclico, la ripresa dei noli marittimi porta con sé anche nuovi investimenti in navi e non è un caso che una delle prime compagnie al mondo, la francese Cma Cgm, pare che abbia appena firmato una lettera d'intenti per la costruzione in Cina di nove navi portacontainer da 22mila teu per un investimento complessivo di circa 1,5 miliardi di dollari.
Nicola Capuzzo
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