A 24 ore dall'intraversamento della portacontainer da 20mila teu Ever Given che ha completamente bloccato la navigazione nel Canale di Suez i rimorchiatori sono sono riusciti a muovere la nave e ora l’Autorità del canale sta usando daghe per scavare il fondale, con la speranza che l’alta marea possa contribuire a sbloccare la situazione.
Intanto decine di navi si stanno affollando alle due estremità del canale. Sono in prevalenza portacontainer e petroliere. Si stima che ogni giorno transitino nel canale circa 55mila teu, oltre 13 milioni di barili di petrolio (il cui prezzo stava già salendo poche ore dopo l’incidente). Ora non si sa quanto tempo ci vorrà per liberare il canale: potrebbero essere ore o giorni. Quindi le compagnie marittime che devono attraversarlo sono di fronte a un dilemma: aspettare che la Ever Given sia disincagliata, senza sapere quando, oppure partire subito circumnavigando l’Africa, con almeno un settimana di viaggio in più e maggiori costi di carburante?
La Ever Given ha le insegne di Evergreen e stava viaggiando dalla Cina all’Europa nell’ambito del servizio NEU6 di Ocean Alliance. Con la sua capacità di 20mila teu è una delle più grandi e moderne portacontainer del mondo. I container a bordo non sembrano avere subito danni, ma arriveranno a destinazione con forte ritardo, causato sia dai tempi per liberare la nave, sia dalla necessità di portarla in un porto vicino per valutare eventuali danni allo scafo. Un'ulteriore conseguenza è l'intasamento nei porti quando arriveranno contemporaneamente tutte le navi in attesa.
Un grosso problema per chi assicura la nave, che potrebbe essere chiamato anche per i danni alle strutture del canale e perfino per i ritardi causati alle altre navi. Questo caso mostra anche la fragilità delle infrastrutture marittime di fronte alle navi cellulari dell’ultima generazione.