La Commissione Europea ha compiuto un passo in avanti per ridurre il vantaggio competitivo dei porti container dell’Africa settentrionale nei confronti di quelli dei Paesi UE affacciati sul Mediterraneo, che potrebbe essere causato dall’introduzione della normativa antinquinamento Ets, che avverrà il primo gennaio 2024. Con una direttiva, la Commissione stabilisce che i terminal dei porti TangerMed (Marocco) ed East Port Said (Egitto) – che sono i principali concorrenti degli scali europei nel transhipment mediterraneo – siano considerati “porti limitrofi nel trasbordo di container”.
Ciò avviene perché i due scali africani negli ultimi dodici mesi hanno superato la quota del 65% nel transhipment rispetto al loro traffico totale di container e si trovano a meno di 300 miglia nautiche da un porto comunitario. In concreto, significa che le portacontainer che scaleranno dal primo gennaio 2024 in uno di questi due porti e i cui container servono anche scali dell’Unione Europea saranno soggette a pagare il 50% dell’imposta Ets (basata sulle emissioni di CO2).
Questo provvedimento dovrebbe dissuadere le compagnie marittime (soprattutto quelle non europee) a trasferire il transhipment dai porti comunitari a quelli africani per evitare di pagare l’imposta Ets. Tra gli scali maggiormente colpiti c’è quello di Gioia Tauro. La Commissione spera che pagare anche la metà dell’imposta possa rendere questa prospettiva poco e per nulla conveniente, evitando quindi modifiche alle attuali rotazioni. Per verificarlo bisognerà però aspettare il nuovo anno.