Il fine settimana del 4 e 5 luglio è servito per sbloccare lentamente l'ingorgo che nei giorni precedenti si era creato sull'autostrada francese A19 e sugli svincoli per lo scalo dei traghetti che attraversano la Manica. La situazione sta tornando normale anche sulla sponda inglese, dove erano sorte lunghe colonne di camion sull'autostrada M20. La mattina di lunedì sei luglio si svolge un'assemblea dei marittimi in sciopero per decidere come proseguire la protesta. Intanto le navi di P&O svolgono regolare servizio attraverso il canale.
Con il riavvio dei collegamenti verso la Gran Bretagna è ripreso l'assalto dei migranti ai camion diretti all'imbarco, facilitato dal fatto che centinaia di veicoli sono fermi o procedono lentamente. Nella notte tra venerdì e sabato, 150 migranti hanno cercato anche di entrare nel terminal ferroviario, interrompendo la circolazione dei treni per un paio d'ore, per permettere controlli accurati di ogni vagone. Le Autorità stimano che nei dintorni di Calais ci siano almeno tremila migranti che cerano di andare in Gran Bretagna.
Nell'ultimo anno, al porto inglese di Dover la polizia ha scoperto 563 migranti sbarcati dai traghetti proventi dalla Francia. L'associazione degli autotrasportatori Road Haulage Association consiglia da tempo agli associati di non sostare entro un raggio di 60 miglia (97 km) dal porto di Calais, per evitare l'infiltrazione di migranti in cerca di un "passaggio". L'associazione chiede anche un intervento dell'Unione Europea, per non lasciare gli autotrasportatori soli ad affrontare questa emergenza.
In concreto la RHA chiede che nei porti francesi e belgi siano installati nuovi sistemi di rilevazione delle persone sui veicoli e siano aumentate le misure anti-intrusione. La RHA ha anche stimato che il costo della sosta forzata dei camion sull'autostrada M20, a causa dello sciopero dei marittimi francesi, sia di 750mila sterline al giorno (circa un milione di euro).
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