Nel 2022 i noli del trasporto marittimo di container tra l’Europa del Nord e la costa orientale degli Stati Uniti mostrarono una certa tenuta e in alcuni casi anche una crescita, mentre quelli tra Asia ed Europa sono costantemente scesi. Ma all’inizio del 2023 anche i noli transatlantici mostrano una consistente caduta. Secondo Xeneta, infatti, nei primi giorni dell’anno i noli spot e quelli a lungo termine sono scesi di circa il dieci percento, portando gli spot sotto i 6500 dollari per feu e quelli a lungo termine sotto i 6000 dollari per feu.
La società di ricerca nota che questi valori sono ancora superiori a quelli prepandemici, ma sono un segnale di un cedimento dei traffici merci tra i due continenti e c’è la possibilità che i noli scendano ulteriormente, visto che a gennaio 2021 i valori si aggiravano intorno ai 2000 dollari per feu. La causa di questa discesa è l’aumento della capacità di stiva, dovuta al trasferimento di portacontainer dalle rotte pacifiche a quelle atlantiche, che fino alla fine del 2022 erano più redditizie.
Secondo Xeneta, nell’ultimo trimestre del 2022 il tempo medio di viaggio dal Nord Europa alla costa orientale degli Stati Uniti era di poco superiore ai venti giorni. Ciò significava un ricavo giornaliero per feu di 360 dollari (considerando una ripartizione 50-50 tra spot e lungo termine), mentre quello tra Estremo oriente e costa occidentale degli Usa era di 160 dollari. Tenendo conto anche del calo dei traffici in uscita dalla Cina, ciò ha spinto i vettori a spostare le navi sul transatlantico.
Ma è evidente che questo divario non potrà continuare a lungo, anche perché nel frattempo si è risolto il problema dell’intasamento dei porti della costa occidentale degli Stati Uniti, che ha aumentato la capacità media settimanale del 27% a gennaio 2023 rispetto alla media del terzo trimestre del 2021.