Come ampiamente previsto, la drastica riduzione delle partenze delle portacontainer dai porti cinesi a causa dell’epidemia di Covid-19 nel Paese asiatico, ha avuto ripercussioni circa un mese dopo in quelli italiani, che hanno visto un’altrettanto drastica riduzione degli approdi e quindi della movimentazione di contenitori.
Ne subisce le conseguenze anche il porto della Spezia, dove il 21 marzo 2020 la società terminalista La Spezia Container Terminal e i sindacati confederali Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno firmato l’accordo per la cassa integrazione di 343 dipendenti, tra cui 228 operai e 115 impiegati e quadri. Il terminal resta comunque operativo, anche perché le navi stanno ripartendo dai porti cinesi, mentre la cassa integrazione avviene a rotazione per nove settimane.