Le associazioni Ancip, Assiterminal, Assologistica, Assoporti e Uniport, che rappresentano il cluster portuale italiano, hanno manifestato la loro preoccupazione e delusione per il mancato accoglimento di alcuni emendamenti al provvedimento AC 1532-bis, recante “Disposizioni in materia di lavoro”. Questi emendamenti, presentati da parlamentari sia della maggioranza che dell’opposizione, avevano lo scopo di migliorare le condizioni dei lavoratori portuali, in particolare riconoscendoli tra i lavoratori usuranti e formalizzando l’istituzione di un fondo per l'incentivazione al pensionamento.
Uno degli emendamenti più rilevanti, che non comportava alcun onere aggiuntivo per il bilancio pubblico, proponeva una soluzione tecnica per rendere esigibile il fondo per il pensionamento anticipato dei lavoratori dei porti. Questo fondo, finanziato dalle aziende e dalle Autorità di Sistema Portuale, era stato previsto da più di due anni, ma la sua implementazione non era ancora avvenuta. Le associazioni portuali avevano individuato questa soluzione sulla base delle valutazioni di merito espresse dal ministero dell’Economia e quello del Lavoro e delle Politiche sociali, con il supporto del ministero dei Trasporti.
In una nota diffusa il 2 agosto 2024, le associazioni non riescono a comprendere le ragioni dietro il mancato accoglimento di queste proposte, in particolare quella relativa al fondo pensionistico, che mirava a mantenere elevati standard di sicurezza, efficienza ed efficacia nel settore portuale. Tale settore è considerato strategico per le relazioni industriali e la stabilità degli assetti sociali e produttivi del comparto della portualità italiana.
Le cinque sigle auspicano che queste istanze possano essere recepite nel corso del processo di perfezionamento della normativa in questione, se ancora possibile, o in altri provvedimenti normativi in fase di elaborazione. L'obiettivo è garantire il benessere e la sicurezza dei lavoratori portuali, assicurando al contempo la competitività e l'efficienza di un settore cruciale per l'economia italiana.