L’ipotesi di un sovrapprezzo sui container sbarcati e imbarcati nei porti liguri a causa dei ritardi causati dai cantieri autostradali sta diventando concreta. Il primo passo lo sta facendo la compagnia marittima Cma Cgm in una comunicazione inviata agli spedizionieri e ai caricatori che annuncia questo surcharge. Una possibilità che ha causato la reazione dell’associazione dell’autotrasporto Trasportounito con un comunicato intitolato “Lo Stato, se esiste, scenda in campo contro il nuovo caporalato”.
La nota esordisce con un attacco diretto agli armatori che “mentre tutti, e primi fra tutti gli autotrasportatori, perdevano e rischiavano di chiudere le loro aziende”, loro “nell’anno della pandemia hanno archiviato la stagione più ricca della loro storia, con noli alle stelle, frutto di accordi taciti fra i grandi gruppi, con i big che ogni trimestre mettono in cassa miliardi di dollari, e con uno strapotere ormai sull’intero ciclo del trasporto”.
Il coordinatore ligure di Trasportounito, Giuseppe Tagnochetti, spiega che gli extracosti dei cantieri autostradali, delle code, dei ritardi, nonché della ridotta produttività sulle banchine ricadono “sugli autotrasportatori e non sugli armatori”. L’associazione chiede che le Autorità di controllo sulla concorrenza si occupino della “posizione dominante che i grandi gruppi armatoriali container hanno acquisito sull’intera filiera logistica italiana, impadronendosi di Case di spedizione, compagnie ferroviarie e terminal, e gestendo quindi a loro esclusivo vantaggio migliaia e migliaia di viaggi al giorno”.
Tagnocchetti denuncia anche che “in questa manovra di assoggettamento del mercato” rientra anche “l’apertura di piccole imprese di autotrasporto che acquisiscono i grandi contratti e poi assegnano, in subvezione, migliaia di trasporti al giorno, strangolando le imprese vere di autotrasporto e proponendo una versione di Caporalato 4.0”.
L’affondo di Trasportounito prosegue denunciando che alcune aziende storiche dell’autotrasporto dei container stanno chiudendo le loro sedi a causa di “un dumping tariffario che sfiora l’usura”. Nello stesso tempo, gli autotrasportatori stanno aspettando i ristori stanziati proprio a causa delle perdite causate dai cantieri autostradali. “Ora se i grandi armatori davvero pretendessero addizionali sui noli, quando i 600 milioni di danni derivanti dai cantieri autostradali ricadono sulle aziende di autotrasporto, verrebbe superato il limite di guardia”, conclude Tagnocchetti.