La decisione di rimuovere Philippe Deruy dal comando della portacontainer Le Lapérouse dopo che urtò una piccola nave cargo è una delle cause del suicidio di questo comandante e quindi la compagnia marittima Cma Cgm, che gestiva la Le Lapérouse e decise la rimozione, dovrà pagare una sanzione di 100mila euro. Questa è le decisione della Corte di Cassazione francese, che ha respinto il ricorso della compagnia contro il verdetto dei giudici di Appello. Termina così una lunga vicenda prima umana e poi giudiziaria iniziata nel 2010 nel Mare del Nord.
Il 23 dicembre di quell’anno la portacontainer Cma Cgm Le Lapérouse, da 13mila teu, urtò il piccolo cargo Thebe, che stava svolgendo servizio di cabotaggio, la largo delle coste dei Paesi Bassi. La piccola nave restò a galla senza alcun danno all’equipaggio, seppure gravemente danneggiata, mentre la portacontainer potè proseguire il viaggio. L’inchiesta interna della compagnia sull’incidente dimostrò che la responsabilità era di un giovane ufficiale di bordo della portacontainer, che lasciò poi la società, mentre il comandante venne completamente scagionato.
Emerse anche che Deruy, che all’epoca aveva 47 anni, aveva un ottimo curriculum e che prima di questa collisione aveva evitato un grave incidente nel porto di Tunisi. Nonostante l’assoluzione e i precedenti, la Cma Cgm rimosse Deruy dal comando della Le Lapérouse, assegnandogli un incarico a terra.
Questa decisione causò, secondo i giudici, “evidenti disturbi mentali” a Deruy, che lo portarono a togliersi la vita il 14 febbraio 2011. I suoi familiari avviarono una causa giudiziaria che portò a una condanna della Cma Cgm da parte della Corte di Appello, secondo cui la rimozione dal comando è stata una della cause del suicidio. La compagnia presentò ricorso in Cassazione, perdendolo e quindi subendo la condanna definitiva al pagamento di una sanzione di 100mila euro.
La causa ha portato alla luce particolari sulla gestione della Cma Cgm. Infatti, l’inchiesta ha stabilito che la rimozione dal comando di Deruy derivò dalla “gestione caotica” delle conseguenze della collisione e da un conflitto interno alla compagnia francese. Mentre molti dirigenti, infatti, volevano mantenere al comando Deruy, l’amministratore delegato Jacques Saade e il direttore generale della filiale marittima erano favorevoli alla rimozione.
I giudici hanno notato che o Deruy era responsabile dell’incidente, e quindi doveva essere formalmente sanzionato (cosa non avvenuta), oppure non lo era e quindi non c’era alcun motivo di cambiare le sue funzioni. Inoltre, la compagnia marittima ha applicato misure disciplinari senza seguire le consuete procedure disciplinari (con i conseguenti diritti alla difesa) e poi ha violatohttps://www.google.it/alerts “l’obbligo di garantire la sicurezza e la protezione della salute fisica e mentale di Philippe Deruy”.
Oltre al risarcimento, il Tribunale ha ordinato la pubblicazione della sentenza d’Appello del 2020, per aumentare la consapevolezza dell’intero comparto marittimo, così da evitare altri casi analoghi. I giornali francesi scrivono che la Cma Cgm avrebbe patteggiato in una causa civile con i familiari e ha posto una targa in onore di Deruy per il suo intervento nel porto di Tangeri.