Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha avviato l'iter per mettere a gara la prossima estate i contributi pubblici alle compagnie di navigazione che garantiranno la continuità territoriale marittima con la Sicilia e la Sardegna. Esplicitamente non l'ha detto ma le parole del direttore del dicastero romano responsabile del Trasporto via mare, Mauro Coletta, dal palco dell'Euromed Convention portano a ritenere si andrà verso uno spezzatino delle linee e dei sussidi pubblici. La scadenza è il prossimo mese di luglio, il 18 per la precisione, quando terminerà l'attuale convenzione pubblica che eroga ogni anno a Tirrenia Cin circa 72 milioni di euro.
Il tema è stato al centro dell'annuale convention del Gruppo Grimaldi di Napoli e in occasione della quale Guido Grimaldi, presidente di Alis (Associazione logistica per l'intermodalità sostenibile) è tornato a richiedere a gran voce il modello spagnolo dove i contributi sono erogati direttamente al consumatore finale (passeggero o autotrasportatore che sia): "Il sistema dei contributi pubblici al trasporto marittimo oggi non funziona" ha affermato Grimaldi, riportando come emblematico l'esempio di quei collegamenti dove i suoi traghetti effettuano le stessa tratta di Tirrenia ma senza un euro di sussidio pubblico e per questo ha parlato di "distorsione della concorrenza". Il padre Emanuele Grimaldi, amministratore delegato del gruppo partenopeo, durante la conferenza stampa pomeridiana ha individuato nei collegamenti Genova-Porto Torres, Civitavecchia-Olbia e Napoli-Cagliari le linee che "potrebbe abortire" nel libero mercato e per le quali un sussidio pubblico sarebbe necessario per averle attive tutto l'anno. A queste ha aggiunto i collegamenti con le isole Tremiti. Contributi pubblici per tutte le altre rotte sono secondo Grimaldi ingiustificati.
In ogni caso il tema del come assicurare la continuità territoriale marittima è molto delicato, anche perché si tratterà per il ministero dei Trasporti di riscrivere un sistema di regole che fino ad oggi si basava su norme impostate negli anni '80. "Abbiamo tre elementi fondamentali da considerare" ha affermato Coletta, entrando nel merito della questione: " il primo aspetto che stiamo analizzando è dove serve la continuità". Il senso è che le linee dove altri operano in regime di libero mercato probabilmente non verranno sovvenzionate o in percentuale minore rispetto ad oggi. E questo è già un segnale di forte discontinuità.
Coletta ha aggiunto: "Secondo bisogna capire cosa chiede il mercato. Noi stiamo cercando di capire dai vettori marittimi dove sono disposti a operare» (ed evidentemente a che prezzo). Terzo si tratterà di dover trovare le giuste misure da adottare". L'indizio principale che porta a propendere per una completa rivisitazione e un probabile spezzatino delle rotte è l'affermazione del direttore del ministero: "Eventuali squilibri economici verranno calcolati linea per linea. Andranno fatte riflessioni sulle linee dove c'è un vettore privato che opera lo stesso collegamento senza contributi pubblici". Non è escluso, ha ammesso ancora l'esponente del Mit, che effettivamente l'Italia possa ispirarsi al modello spagnolo che è "ben visto dall'Europa", tanto più "se alle compagnie in convenzione si ponesse il paletto di dover mantenere il collegamento marittimo attivo".
Nicola Capuzzo
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