L’incaglio della portacontainer Ever Given che per quasi una settimana ha impedito il transito navale lungo il canale di Suez potrebbe colpire in maniera rilevante soprattutto l’export delle merci dall’Italia, col rischio di congestione in alcuni dei maggiori terminal container italiani (in particolare Genova Psa, Trieste Marine Terminal e La Spezia Container Terminal) e sull’autotrasporto. Questo è emerso da un webinar sul tema organizzato dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, cui hanno preso parte i rappresentanti delle associazioni di categoria interessate. Circa 370, di cui almeno un centinaio portacontainer, sono le navi che erano in coda quando la Ever Given è stata liberata e che quindi transiteranno nel corso di questa settimana da una parte all’altra del canale per giungere poi a destinazione.
Stefano Messina (Assarmatori) ha spiegato che le compagnie di navigazione operanti servizi di linea per il trasporto di container stanno già ridefinendo le rotazioni e le toccate dei propri network. “Bisognerà capire in primis quali saranno le navi a cui verrà data precedenza di accesso al canale o se si procederà secondo il criterio first in – first out”, sono state le parole dell’armatore genovese, che vede un rischio di possibile congestione nei principali terminal container italiani dove arrivano le grandi portacontainer.: “Lato banchina un aspetto problematico può essere la concentrazione di arrivi perché rischia di generare una congestione nello smaltimento dei container”.
Un timore condiviso anche da Paolo Pessina (Assagenti) secondo il quale serviranno almeno 10-15 giorni prima di smaltire il picco di container che verranno sbarcati in poche giornate nei porti. Oltre a ciò il presidente degli agenti marittimi ha posto in evidenza il rischio che questa vicenda possa acuire lo sbilanciamento dei container vuoti e quindi la difficoltà a reperire equipment per gli esportatori. “Per i carichi in import non vedo particolari problemi”, ha detto Pessina, mentre “per l’export le compagnie di navigazione rilasceranno ai caricatori i container vuoti solo quando si avrà certezza dell’arrivo della nave in porto”. Questo proprio per evitare il rischio di assegnare container a spedizioni che poi dovranno essere imbarcate su navi non previste in arrivo a breve in Italia. Al fine sempre di limitare il più possibile il rischio di congestione nel trasporto retroportuale in import e in export, gli agenti marittimi suggeriranno ai propri clienti di utilizzare il più possibile il trasporto via treno da e per i porti.
Il punto di vista dei terminalisti è stato espresso da Leopoldo Da Passano (Confindustria Genova) secondo il quale finora i terminal operator non hanno evidenziato particolari preoccupazioni, salvo segnalare anche loro “qualche problema che potrebbe sorgere per i carichi in export” dall’Italia via mare. Paolo Cornetto (Vado Gateway) ha confermato che le compagnie marittime stanno ripianificando alcune linee e che “lo slow steaming e i blank sailing potrebbero essere alcune delle soluzioni adottate” per ripristinare la regolarità e la frequenza dei servizi di linea per i trasporti di container. Cornetto ha espresso preoccupazione per la situazione di congestione del trasporto stradale che già normalmente è critica per le condizioni della rete autostradale e per cui non sarebbe in grado di assorbire altri stress. “Di più sul trasporto via strada non si può fare”, ha affermato il vertice del terminal container savonese.
Un punto di vista condiviso da Giuseppe Tagnocchetti (Trasportounito) secondo il quale gli autotrasportatori hanno alcune preoccupazioni specifiche: una è il possibile aumento del prezzo del gasolio e un’altra il rischio che “la condizione di congestione di alcuni terminal possa riversarsi poi sugli autotrasportatori, in termini di diseconomie, che hanno orari di lavoro limitati per legge” (il riferimento è ai tempi di guida). Giampaolo Botta (Spediporto) ha messo in evidenza l’opportunità di massimizzare lo sfruttamento di strumenti come il preclearing (sdoganamento dei container in mare) e ha chiesto alle compagnie di navigazione di “rendere disponibili agli spedizionieri in buoni di consegna dei container in tempo reale”. Questo al fine di abbreviare il più possibile i tempi. A questo proposito Andrea Maria Zucchini (Dogane) ha preannunciato che sta arrivando anche nel porto di Genova la procedura “smart terminal”, appena sperimentata a La Spezia e a Savona, e grazie alla quale i tempi di giacenza dei container in piazzale dopo lo sbarco dalla nave sono stati ridotti da 5 a 3,5 giorni.
Nicola Capuzzo