La sospensione o riduzione dei viaggi delle portacontainer dall’Asia verso l’Europa e l’America causata dalla pandemia di Covid-19 non ha rallentato gli ordini di nuove navi. Anzi, sembra avere scatenato l’effetto opposto, vista la raffica di ordini apparsa negli ultimi mesi, probabilmente favorita anche dagli introiti delle compagnie, aumentati grazie all’impennata dei noli. Al primo posto in questa corsa emerge Msc, che oltre a ordini di nuove portacontainer per circa 800mila teu, le cui consegne inizieranno nel 2022, sta acquistando navi di seconda mano di diverse dimensioni e anzianità. Per esempio, la Msc Mexico da 5000 teu, che naviga da ben 19 anni e che prima dell’impennata dei noli sarebbe presto stata dirottata alla rottamazione. Da agosto 2020 Msc ha acquisito settanta unità, per una stiva totale di 300mila teu. Grazie a questi acquisti, la compagnia di Aponte si sta avvicinando alla danese Maersk, che da anni è al vertice del trasporto marittimo di container per capacità.
Anche se non in tali quantità, anche altre compagnie marittime globali stanno firmando ordini per nuove unità. La sud-coreana Hmm ha ordinato a Hyundai Heavy Industries e Daewoo Shipbuilding dodici portacontainer da 13mila teu, che saranno consegnate dal 2024, per un valore complessivo di circa un miliardo e mezzo di dollari. La tedesca Hapag-Lloyd ha confermato un ordine di sei portacontainer da 23.500 teu alimentate a gas naturale liquefatto, che si aggiungono alle sei già ordinate a dicembre 2020 e anche queste prenderanno il mare nel 2024.
Questi sono i due esempi più recenti ed eclatanti dei una tendenza che, secondo VasselValue, mostra il raddoppio degli ordini nei primi cinque mesi di quest’anno rispetto a quelli del 2019 e 2020. In concreto, ciò significa 208 portacontainer, per un valore totale di 16,3 miliardi di dollari e una stiva complessiva di 2,6 milioni di teu, contro le 120 navi di tutto il 2020 e le 114 di tutto il 2019. Il ritmo è così veloce che alcuni cantieri hanno sospeso la fornitura di preventivi. Per loro sarebbe un’età dell’oro, se non fosse per l’aumento della materia prima, ossia l’acciaio, che è raddoppiato in un anno. Se i cantieri non riusciranno ad adeguare il prezzo delle navi già in costruzione rischiano di affrontare gravi problemi di bilancio. Tenendo conto che una grande portacontainer richiede da 25mila a 30mila tonnellate d’acciaio, ciò significa un aumento dei costi di circa quindici milioni per nave. E già qualche cantiere minaccia di non consegnare la nave se l’armatore non riconsidererà il suo prezzo.