Le statistiche portate il 10 ottobre 2017 al Forum di Cernobbio da Conftrasporto mostrano che il mare e la strada portano il 95% delle merci che viaggiano in Italia, comprese quelle in importazione ed esportazione, di cui il 58,2% viaggia in nave e il 36,9% in camion. Ne consegue che i porti sono diventati i più importanti snodi delle merci, con una crescita consistente del trasporto intermodale: negli ultimi undici anni +25% i rotabili e +40% i container. Nonostante ciò, afferma la confederazione, la connettività dei porti resta bassa, come dimostra l'indice internazionale Linear Shipping Connectivity Index , dove l'Italia cresce negli ultimi dodici anni dell'8% a fronte, per esempio del 50% della Spagna.
L'interazione tra strada e mare è, per Conftrasporto, "la nuova sfida del sistema trasportistico italiano" e i porti sono definiti (proseguendo le metafore mediche introdotte dal ministro dei Trasporti, l'endocrinologo Graziano Delrio) "le valvole cardiache che garantiscono l'afflusso di beni nel Paese". Questo sistema richiede quindi una "cura dell'acqua". Uno dei punti focali di tale cura è la riforma dei porti, che è attuata in modo incompleto. Conftrasporto rileva che sui principali venticinque porti italiani, solo sei hanno completato il percorso dei Piani Regolatori Portuali.
Sul governo dei porti, Conftrasporto chiede l'avvio di una Conferenza nazionale di Coordinamento Centrale delle Autorità di Sistema per assicurare il perseguimento di indirizzi condivisi nella politica di trasporto necessari alla competitività. Chiede anche di rafforzare le strutture ministeriali dedicate al comparto. "Il 2017 ed il 2018 saranno il banco di prova della riforma dei porti. Quanto messo in campo fino a oggi rischia di non essere sufficiente per rincorre un processo dinamico che vede i nostri competitor internazionali sviluppare progetti sempre più all'avanguardia e con maggiore velocità. Il tempo è un fattore determinante che potrebbe far evaporare le migliori aspettative e prospettive", spiega la confederazione.
Un altro provvedimento chiesto a Cernobbio è applicare la possibilità prevista dal nuovo Codice degli Appalti di ricorrere all'appalto integrato, ossia l'affidamento congiunto della progettazione e dell'esecuzione delle opere.
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