In questa fase di elaborazione del programma per l’uso del Recovery Fund europeo nel trasporto e nella logistica italiana arrivano diverse richieste da alcune Autorità portuali italiane, senza che appaia una regia nazionale. Lo denuncia il presidente di Federlogistica (Conftrasporto) Luigi Merlo in una nota diffusa il 7 settembre 2020, definendo questi annunci “una fiera delle vanità portuali”. Merlo spiega che “quello che sta succedendo è esattamente l’opposto di ciò che tutti invocano, ossia una programmazione di carattere nazionale, sotto una regia unica del ministero dei Trasporti. Cosa peraltro prevista della riforma Delrio”.
Senza una programmazione nazionale, aggiunge Merlo, “rischiamo da un lato di perdere una grande occasione per affrontare problemi strutturali come i dragaggi o l’adeguamento delle banchine ai cambiamenti climatici e alla qualificazione ambientale e dall’altro di vedere magari rispolverati vecchi progetti ambiziosi destinati ad accrescere una capacità già oggi eccessiva soprattutto nel settore container. Tutto questo aggravato dal fatto che i nuovi piani regolatori di sistema portuale non sono mai stati predisposti, salvo rarissimi casi”.
Viceversa, precisa il presidente di Federlogistica, “le risorse del Recovery Fund possono essere occasione anche per la vera integrazione intermodale e per il potenziamento del disegno logistico nazionale per un piano straordinario di dragaggi con procedure d’urgenza, per l’elettrificazione delle banchine e l’avvio di progetti legati all’idrogeno”. Quindi, Merlo si augura che il ministero dei Trasporti “adotti criteri selettivi ragionati e di visione, tenuto conto della trasformazione in atto nei mercati globali, e non si pieghi alle spinte territoriali e provinciali che sono da sempre causa di gravi errori per la portualità italiana”.