Nella mattina di martedì 28 agosto si è svolto un incontro fra l'associazione genovese degli spedizionieri Spediporto e gli autotrasportatori, durante cui è emersa la necessità di semplificare al massimo le operazioni documentali e operative che coinvolgono le compagnie marittime. In una nota, Spediporto spiega che "a tal fine i principali assi di intervento che verranno richiesti già oggi alle compagnie sono l'utilizzo nel porto di Genova dei buoni di consegna digitali, la disponibilità a rivedere le procedure di rilascio e consegna vuoti in modo da ridurre al minimo gli spostamenti orizzontali e l'apertura della filiera logistica dalle ore 04.00 alle 22.00 di tutta la filiera".
In concreto come si stanno muovendo i grandi gruppi di spedizioni attivi nel trasporto marittimo in Italia per fronteggiare eventuali criticità conseguenti al crollo del ponte Morandi? Yuri Poggi, Country head of ocean freight Italy di Panalpina, risponde che finora non ha riscontrato particolari problemi anche se precisa come ci sia "grande preoccupazione per le prossime settimane, quando il business ritornerà sui livelli normali dopo la slow season estiva. Ci aspettiamo un inevitabile crescendo delle criticità e le azioni che, per ora, stiamo portando avanti si limitano alle informazioni preventive per la clientela italiana ed estera. Stiamo cioè mettendo in guardia esportatori e importatori sul probabile aumento dei tempi di attesa e, quindi, di potenziali costi straordinari purtroppo a carico della merce".
Poggi spiega che "la principale complessità riguarda il movimento di mezzi da un terminal a un altro a Genova: prima abbastanza agevole attraverso il ponte Morandi e ora molto più complicato e dispendioso in termini di costi e tempi. Facile immaginare le difficoltà per un mezzo in arrivo da Milano che deve lasciare un container pieno in export a Genova Prà e deve poi andare a ritirare un altro container pieno in import a Genova Sech per consegnarlo magari a Torino". Panalpina per ora non sta dirottando traffici su altri porti e confida molto "nella veloce esecuzione delle iniziative straordinarie di cui siamo stati informati, con particolare riferimento alla "nuova strada" attraverso l'Ilva dedicata ai tir da raccordare con gli snodi autostradali".
Franco Pinzani, General manager seafreight division Italy di Jas, dopo oltre due settimane dalla tragedia afferma che: "la situazione attuale vede penalizzati soprattutto il terminal Sech e il terminal Spinelli, ambedue raccordati con linea ferroviaria che passava sotto il ponte e quindi bloccati totalmente dal punto di vista intermodale. Al momento questi due terminal sono collegati solo con entrata camionistica, una modalità di trasporto che oggi non vede enormi congestionamenti proprio per mancanza di grossi volumi".
A proposito della nuova viabilità interna allo stabilimento Ilva studiata per i mezzi pesanti, Pinzani ritiene che "se la sua apertura riuscirà ad avvenire in tempi brevi, prima dell'inizio dei volumi normali, potremo dire che l'impatto potrebbe essere relativo". Secondo il vertice di Jas, però, "il traffico che si muoveva su terminal Sech sia in import che in export per via intermodale dovrà e sta trovando altri instradamenti, sia su Vte sia su Spezia. E difficile al momento stabilirlo percentualmente. Per la parte stradale dei flussi di carico molto dipenderà dei tempi per la costruzione della strada per merci pesanti. Se riusciranno entro il 15 settembre, come promesso, l'impatto ci sarà ma non in maniera consistente. Altrimenti...".
Sul tema è intervenuta anche Sara Busato, comunication manager di Db Group, primaria casa di spedizioni di Treviso: "In un momento estremamente delicato come questo stiamo verificando tutte le opzioni disponibili con compagnie marittime, autotrasportatori e operatori di trasporto intermodale per cercare in primis di mantenere il servizio. Laddove possibile, con tratta intermodale su Genova, in base ai terminal. Stiamo adottando soluzioni tutto camion, o su altri scali, quando la tassatività indicata dai nostri clienti non ci consente di agire diversamente".
Busato aggiunge però che "nel mese di agosto la scarsità di mezzi e di autisti disponibili e il congestionamento al carico, dovuto all'incombere della peak season verso gli Stati Uniti, non semplificano la situazione". Un plauso da Db Group arriva infine al lavoro svolto dalla comunità portuale genovese: "Apprezziamo lo sforzo delle associazioni di categoria che, in sinergia, sono impegnate nell'efficientare i processi per cercare di compensare le difficoltà nei trasporti; a tendere queste azioni aiuteranno la competitività del porto stesso".
Nicola Capuzzo
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