Non c’è pace per i porti cinesi, che ora sono sulla traiettoria del tifone Hinnamor. Il 4 settembre 2022, tutti i terminal container di Shanghai sono stati fermati sino a nuovo ordine e quelli di Ningbo sono fermi addirittura dal 3 settembre. Questo “supertifone” tropicale di categoria 5 è nato alla fine di agosto nel Pacifico e si è intensificato spostandosi verso occidente, per investire il Giappone, la Cina, la Corea del Sud e Taiwan con venti fino a 95 nodi (175 km/h). In Corea del Sud potrebbe investire anche il principale porto del Paese, quello di Busan, l’aeroporto e i cantieri navali.
Ma se il tifone passa in poche ore, la pandemia continua a dilagare anche in Cina, nonostante i confinamenti attuati dalle Autorità. Nuovi già stati attuati nei prossimi giorni a Shenzhen e Hainan, anche se per ora i porti continuano a operare usando il sistema “a ciclo chiuso”, dove i lavoratori possono spostarsi solo da casa al luogo di lavoro, evitando qualsiasi contatto esterno. Secondo il giornale cinese Caixin, 33 città cinesi stanno subendo un confinamento totale o parziale, nell’ambito della strategia zero Covid.
Un altro fenomeno che periodicamente torna è la partenza in bianco delle portacontainer, che però stavolta non dipende dalla pandemia, ma dalla volontà delle compagnie di fermare il calo dei noli dall’Asia all’Europa, che sta avvenendo da diverse settimane. Si prevede che nelle prossime settimane sarà tolto questa rotta l’8,8% della stiva container, tenendo conto che la situazione economica globale ridurrà la domanda di trasporto nel quarto trimestre dell’anno. Una situazione che sta già riducendo la congestione dei porti, che però resta un’incognita per diverse cause, tra cui le restrizioni cinesi, le partenze in bianco e gli scioperi previsti nei porti britannici.