La pandemia di Covid-19 ha portato gravi conseguenze sul commercio internazionale italiano. Quello con i Paesi extra-europei nei primi cinque mesi dell’anno si è ridotto del 16,8% per l’export e del 19,2% per l’import. Una svolta è avvenuta a maggio, quando le esportazioni sono aumentate del 37,6% rispetto al mese precedente, ma restano in rosso le importazioni del 2,4%, a causa della debolezza della domanda interna. Da questa considerazione parte l’analisi del Centro Studi di Fedespedi sulle conseguenze della pandemia Covid-19 sul trasporto merci marittimo e aereo.
Nel trasporto marittimo dei container, da gennaio a maggio 2020 i principali porti italiani hanno subito una flessione dell’8,2%. I mesi peggiori sono stati aprile e maggio, con cali fino al 30%, valore rilevato nel porto di Genova. La riduzione dei traffici ha comportato anche quella dei noli.
Il trasporto aereo delle merci ha subito maggiori danni: nei primi cinque mesi dell’anno ha subito un calo del 26,7% in termini di CTK (cargo &mail t-Km), con picchi del 51,8% a Roma Fiumicino e del 41,3% a Bergamo Orio al Serio. Lo studio di Fedespedi mostra però una “rilevante inversione di tendenza” a maggio: una crescita del 31,8% rispetto al mese precedente, pur restando sotto del 40,1% rispetto a maggio 2019.
“Il quadro economico che emerge è preoccupante ma conoscerlo ci consente di essere più preparati davanti alle sfide che ora si pongono”, commenta Silvia Moretto, presidente di Fedespedi. “Non sarà un percorso facile: il commercio internazionale è stato penalizzato moltissimo dalla fase delle chiusure e l’Europa uscirà da questa crisi con danni maggiori di altri, penso alla Cina e all’Asia in generale. Ci sono, però, segnali positivi importanti da non trascurare. Innanzitutto, il fatto che l’Italia è uscita dal lockdown prima di molti altri Paesi e la produzione industriale sta riprendendo. L’asimmetria della crisi colpisce l’import-export ma questo tempo può essere utilizzato per pianificare e guadagnare vantaggio rispetto ai competitor”.
Moretto conclude affermando che “tornare più forti nello scenario del commercio internazionale è vitale per l’Europa e soprattutto per l’Italia, il cui Pil è trainato dall’import-export. Sostenere la logistica, le spedizioni e il trasporto merci è fondamentale per consentire alle aziende produttrici di internazionalizzare e dare nuovo impulso, dunque, agli scambi economici.”