Mentre proseguono le preoccupazioni sull'eccesso di offerta di stiva nei container, che ha spinto i noli tra Asia ed Europa al punto più basso, una nota della CSCL allo Shanghai Stock Exchange anticipa che la compagnia statale cinese intende raggiungere la barriera dei 21mila teu, attraverso un ordine di sei portacontainer di tale dimensione, con opzione per altre cinque. La loro costruzione sarebbe già stata ordinata dalla controllata China Shipping Nauticgreen Holdings, che li noleggerebbe poi, per un periodo non precisato, alla CSCL.
Intanto, CSCL annuncia che prosegue il trend negativo anche nel terzo trimestre del 2015, con una perdita netto da 1,05 miliardi di yuan, mentre nello stesso periodo del 2014 ha registrato un utile netto di 209 milioni di yuan. Cala anche il fatturato, pari a 7,86 miliardi di yuan. Procede al rallentatore la prevista fusione con Cosco. Secondo indiscrezioni riportate dal sito del Beijing Daily's, ci sarebbero contrasti interni a questa questa operazione. Inoltre, è in corso un'indagine per casi di corruzione nella Cosco.
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