L'entrata in vigore della normativa internazionale Sulhur Cap voluta dall'International Maritime Organization che imporrà dal prossimo mese di gennaio un tetto (max 0,5%) alle emissioni di zolfo prodotte dalle navi avrà con ogni probabilità ripercussioni anche sul trasporto stradale. Ne sono convinti gli esperti della società genovese Fratelli Cosulich che hanno organizzato a Genova un momento di confronto su questo tema alla presenza soprattutto di spedizionieri e operatori logistici. Dal prossimo gennaio il carburante navale, il cui valore attuale si aggira intorno ai 500 dollari per tonnellata e che incide per il 40% sui costi operativi, subirà un rincaro di circa il 50%, vale a dire di circa 250 dollari. È questo quindi il differenziale di prezzo che si aspettano in Fratelli Cosulich rispetto al costo odierno del carburante per effetto dell'entrata in vigore della nuova norma Imo Low Sulphur Cap.
"Per l'industria del trasporto marittimo in generale si tratterà di un aggravio di costi da circa 47 miliardi di dollari che non tutte le società armatoriali, soprattutto quelle più piccole, riusciranno a ribaltare sui clienti. Ci aspettiamo anche che possano emergere problemi sulle linee di credito che i trader di bunker concedono ai propri clienti, perché dovendo spendere di più per il carburante la pressione finanziaria sulle casse delle società inevitabilmente aumenterà", ha spiegato Timothy Cosulich, motivando anche così la previsione di "un ulteriore consolidamento nello shipping".
Guido Cardullo, head of business development per Fratelli Cosulich, ha ricordato nel suo intervento che le nuove misure in vigore dal prossimo gennaio interesseranno circa 70mila navi che ogni anno consumano quasi 290 milioni di tonnellate di bunker: "Attualmente l'80% delle vendite riguarda l'heavy fuel oil e il 15% il marine gasoil (il restante 5% è qualificato come altro) mentre dal prossimo anno le nostre previsioni dicono che l'Hfo sarò il 20% del bunker consumato, 30% sarà il marine gasoil, 45% il very low sulphur oil e il rimanente 5% è rappresentato da navi che non si adegueranno alle nuove regole". Delle 70mila navi esistenti al mondo circa tremila hanno installato gli scrubber e queste rappresentano una piccola parte della flotta mondiale dal punto di vista numerico (meno del 5%) e il 15% della capacità di stiva perché si tratta di navi portarinfuse secche e liquide di grande portata (VLCC, Suezmax, VLOC e Capesize)".
Secondo Cardullo a costare più caro dal 2020 sarà quasi sicuramente anche il gasolio per autotrazione perché la scelta di alcune raffinerie di puntare sulla produzione di bunker per navi attraverso il blending (miscela) di distillati (in particolare Vgo) con il greggio, piuttosto che impiegarli negli altri tradizionali processi produttivi, comporterà necessariamente una riduzione dell'offerta di carburanti per il trasporto su strada e dunque un conseguente aumento del loro prezzo.
Nicola Capuzzo
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