L'asta fissata per martedì 24 luglio 2018, che avrebbe dovuto portare alla vendita del ramo shipping di Rbd Armatori, non si è tenuta poiché nessuna offerta è prevenuta al Tribunale di Torre Annunziata entro il termine del 19 luglio alle ore 12.00. L'offerta comprendeva tredici navi più il personale marittimo e di terra e il prezzo minimo era stato fissato in 200 milioni di dollari. Secondo quanto riportano fonti vicine al dossier né Pillarstone Italy, il fondo di turnaround fondato da Kkr Capital che ha in mano un'ampia fetta dei crediti dell'azienda rilevati da alcune banche, né Augustea Atlantica si sono fatte avanti e attendono di vedere come evolverà la situazione con la prossima asta.
Pillarstone, però, si è appena vista rifiutare dal comitato dei creditori e dai curatori un'offerta presentata a inizio giugno per rilevare 7 delle 13 navi in vendita al prezzo di 185 milioni. A complicare la vendita ci sarebbero diversi fattori, tra cui l'opposizione legale avviata dallo stesso fondo nei confronti dei curatori e del comitato di creditori, nonché il crollo del mercato delle navi cisterna che renderebbe meno attraente l'acquisto della flotta al prezzo di 200 milioni stabilito a metà maggio dal Tribunale. L'interesse di Augustea viene comunque dato per certo anche perché la compagnia marittima partenopea è stata l'unica ad aver ispezionato tutte le tredici navi nel periodo di tempo consentito.
RBD Armatori è stata dichiarata fallita dopo aver accumulato debiti con le banche per quasi 900 milioni di euro, con un passivo di bilancio che supera quota 1,1 miliardi e ancora oggi garantisce lavoro a circa 400 persone (inclusi i marittimi a bordo delle navi). Esattamente un anno fa Pillarstone aveva rilevato la maggioranza dei crediti della shipping company di Torre del Greco acquisendo da Banco di Napoli (Intesa Snpaolo), da MPS e da MPS Capital Services crediti incagliati del valore nominale di 560 milioni di euro e andando così a fare compagnia a Goldman Sachs e a Deutsche Bank, che a loro volta avevano rilevato rispettivamente NPL per 208 milioni (da Unicredit e GE Capital) e 51 milioni (da Banco Popolare). Attualmente questi tre investitori finanziari hanno in mano l'ampia maggioranza dei crediti della società. Spetterà ora ai curatori fallimentare decidere quando e come procedere con un nuovo avviso per la cessione degli asset di proprietà di RBD Armatori.
Nicola Capuzzo
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