La ristrutturazione finanziaria del gruppo Moby tramite una procedura prevista dalla legge fallimentare sembra ormai un epilogo inevitabile. Secondo quanto risulta da fonti finanziarie la compagnia di traghetti controllata da Vincenzo Onorato avrebbe infatti appena affidato un incarico all'advisor finanziario Pricewaterhouse Coopers e allo studio legale Gianni Origoni Grippo Cappelli & partners cui spetterà il compito di supportare la balena blu nel prossimo futuro. Lo stesso Onorato, sempre secondo quanto trapela, preferirebbe concordare a tavolino una rinegoziazione dell'esposizione finanziaria con gli obbligazionisti e con le banche ma sembra inevitabile invece un ricorso alla procedura ex-articolo 182 bis o 67 L.f. Unicredit, intanto, si sarebbe anche sfilata dal ruolo di security agent per conto del pool di istituti di credito (di cui fanno parte anche Mps, Banco Bpm, Ubi e Intesa Sanpaolo) che nel 2016 ha accordato a Moby un finanziamento da 200 milioni di euro (di cui 100 già rimborsati), più altri 60 milioni di credito revolving con scadenza 2021. Il resto dell'esposizione finanziaria è relativo al prestito obbligazionario senior secured da 300 milioni di euro con scadenza 2023 e cedola al 7,75%.
Negli ultimi giorni, infine, si è rincorsa la voce che Moby si stesse affrettando a cedere tre traghetti di Tirrenia che in realtà sono sul mercato già da diversi mesi e per i quali la Balena blu avrebbe comunque necessità di svincolo delle ipoteche da parte di banche e obbligazionisti. Da registrare anche il rientro in servizio delle due navi più moderne Moby Aki e Moby Wonder la cui compravendita con la società danese Dfds era saltata a fine ottobre.
Nicola Capuzzo
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