La battaglia navale fra i gruppi Grimaldi e Onorato Armatori, con le rispettive associazioni di categoria Confitarma e Conftrasporto, è tornata a infuocarsi. La scintilla è stata la lettera aperta pubblicata a pagamento dall'armatore Vincenzo Onorato su alcuni quotidiani dove vengono messi nel mirino il regime fiscale forfettario della Tonnage Tax e il Registro Internazionale che garantiscono agli armatori italiani flessibilità sotto forma di sgravi contributivi e fiscali per le navi impiegate sulle rotte internazionali.
Il numero uno di Moby arriva a invocare una completa rivisitazione della legge istitutiva del Registro Internazionale delle navi risalente al 1998 perché, secondo il suo pensiero, bisogna indicare "chiaramente che le compagnie italiane aventi diritto alla quasi totale esenzione fiscale e agli sgravi contributivi Inps e Irpef sono solo quelle che hanno la tabella minima di sicurezza (il numero minimo di marittimi con le relative qualifiche, legalmente stabilito per governare la nave) composta soltanto da marittimi italiani o comunitari".
Nei mesi scorsi Onorato aveva preso di mira invece le navi traghetto impegnate sulle rotte di cabotaggio nazionale mentre ora allarga il tiro indistintamente a tutte le tipologie di navi battenti bandiera italiana e aderenti al regime della Tonnage Tax. Emanuele Grimaldi, presidente di Confitarma, ha replicato definendo "irragionevole" modificare l'impostazione normativa del Registro Internazionale aggiungendo che "cambiare l'assetto normativo attuale porterebbe vantaggi per nessuno e danni per tutti".
Grimaldi è poi passato al contrattacco contro le compagnie di navigazione di Vincenzo Onorato che ricevono contributi pubblici (Tirrenia Cin e Toremar), dicendo: "L'unica cosa veramente ingiusta sono i quasi 100 milioni di euro di contributi pubblici che le sue società incassano per fornire servizi marittimi verso la Sardegna e l'arcipelago toscano, dove ci sono altri armatori che offrono gli stessi collegamenti senza prendere un euro".
Intanto, secondo quanto annunciato dallo stesso patron di Moby, il decreto legislativo sul riordino delle disposizione legislative in materia di incentivi fiscali, previdenziali e contributivi a favore delle imprese marittime (la cosiddetta legge Cociancich) approvata lo scorso autunno dal Parlamento italiano è stata inviata a Bruxelles cui spetterà l'ultima parola sulla sua applicabilità o meno. "Per vedere i risultati della Cociancich (solo marittimi italiani-comunitari sulle navi che effettuano cabotaggio) dovranno passare altri due anni, a meno che non sorgano altri intoppi strada facendo", ha detto su Facebook ancora Onorato, che poi ha chiesto la dimissioni della sottosegretaria al ministero dei Trasporti, Simona Vicari, perché avrebbe secondo lui implicitamente ammesso la colpa del ritardato invio a Bruxelles dell'emendamento provvedendo proprio nel giorno di una manifestazione dei marittimi tenutasi a Roma. "Suona come un'ammissione di colpa: denunciata la colpa si è sistemata subito la mancata notifica" ha scritto l'armatore.
La replica della sottosegretaria, affidata al proprio ufficio stampa, non ha tardato ad arrivare e afferma: "Come il signor Onorato certamente saprà, le imprese armatoriali dovranno adeguarsi alle disposizioni dello stesso decreto entro 18 mesi dalla sua entrata in vigore e l'efficacia delle disposizioni del decreto in questione è subordinata alla conclusione positiva del processo di notifica agli uffici della Commissione Europea, per quanto concerne gli aspetti relativi agli aiuti di Stato". Poi la Vicari ha aggiunto che "non vi è nessun nesso causale tra il giorno dell'invio della notifica a Bruxelles e il giorno in cui si è tenuta la manifestazione citata" e ne spiega dettagliatamente le ragioni.
Nella sua nota la Vicari conclude dicendo: "Al fine di fare chiarezza soprattutto con la categoria dei marittimi, do la mia disponibilità a un dibattito pubblico sull'argomento a cui, sono sicura, Onorato non si sottrarrà".
Nicola Capuzzo
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