Il 18 marzo 2025 sono apparse le notizie sui primi avvisi di garanzia emessi nell’ambito dell’indagine avviata dalla Procura Europea (Eppo) sull'appalto per la nuova diga foranea del porto di Genova. L’inchiesta è curata in Italia dai procuratori europei delegati di Torino Stefano Castellani e Adriano Scudieri, che hanno notificato un avviso di proroga dell’indagine ad alcune persone. Finora l’unico nome apparso sulla stampa nazionale è quello dell’ex presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, Paolo Emilio Signorini. I magistrati stanno indagando sui reati di turbativa d’asta, falso e malversazione.
Quando Signorini presiedeva l’Autorità portuale, quest’ultima affidò nell’ottobre del 2022 l’appalto per il primo lotto, dal valore di 950 milioni di euro al consorzio PerGenova Breakwater, composto da Webuild, Fincantieri, Fincosit e Sidra, dopo che una prima scadenza per la presentazione delle offerte era andata deserta. Questa procedura venne in seguito contestata dall’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, a causa del “mancato rispetto dei principi di concorrenza, parità di trattamento e trasparenza” a partire dalla “omessa motivazione nell’utilizzo della procedura negoziata senza bando” in luogo di una normale gara.
Nella precedente indagine per corruzione sulle concessioni portuali che portò all’arresto dell'ex presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e dello stesso Signorini (finita con un patteggiamento di entrambi ) venne intercettata una telefonata in cui Toti anticipava all’imprenditore Aldo Spinelli (anche lui ha patteggiato nella stessa inchiesta) l’esito della gara, un mese prima dell’aggiudicazione: “La diga è fatta, è già in gara, sappiamo già anche chi la fa, però non posso dirtelo. Vince, vince… secondo me vince Salini, Fincantieri e Fincosit”.
Sulla base di questi presupposti l’Eppo ha avviato l’indagine. Il coinvolgimento della Procura Europea deriva dal fatto che la nuova diga foranea è finanziata anche con fondi comunitari, tramite il Pnrr. Al centro dell’interesse dei magistrati c’è il dubbio di un uso illegittimo della procedura accelerata e il sospetto di manipolazioni nella gara. Una recente evoluzione, che esula dall’indagine dell’Eppo, è la denuncia della Fillea Cgil su presunte irregolarità per il lavoro nel subappalto a Menard.