Secondo il programma della Camera, il 31 ottobre 2018 dovrebbe essere votato il testo definitivo del Decreto Genova, a due mesi e mezzo dal crollo del viadotto Polcevera dell'autostrada A10 che ha messo in crisi il sistema di trasporto a Genova. Alla vigilia dell'avvio della discussione alla Camera, Federlogistica (affiliata a Conftrasporto) ha dichiarato che senza emendamenti il Decreto mette a rischio la tenuta dei porti italiani. "Mi riferisco in particolar modo all'articolo 9 bis della proposta di Decreto, che attribuisce al commissario straordinario (che è anche il sindaco di Genova) il potere di assumere provvedimenti sulle opere portuali", spiega il presidente di Federlogistica, Luigi Merlo. "Non solo: le opere sarebbero eseguite in deroga alla norme vigenti, in analogia con quanto avverrebbe per la ricostruzione del ponte. Una definizione così vasta, senza un'indicazione di quali siano le opere connesse alle emergenze, rischia di portare problemi interpretativi ai vertici e alla stessa struttura della Autorità di Sistema Portuale. Allo stesso tempo, può creare un grave vulnus nei confronti del sistema portuale italiano".
Merlo precisa che "per la prima volta il governo del porto verrebbe (inizialmente) affidato direttamente al sindaco: un principio che potrebbe sovvertire la storia della portualità e della normativa italiana di settore. Con un'Autorità di Sistema di fatto commissariata quale sarebbe ad esempio il ruolo del Comitato si Gestione? Questa norma varrebbe anche per le opere da eseguire nel porto di Savona?". Merlo aggiunge che che se proprio sono necessari poteri speciali, si possono attribuire direttamente al presidente dell'ASP. "Se si ritiene che, a causa di provvedimenti e norme riguardanti più ministeri, sia diventato praticamente impossibile per le Autorità di Sistema Portuale avviare opere infrastrutturali, credo si debba intervenire velocemente per mettere gli scali nelle condizioni di far partire i lavori: sono molte le opere ferme, e per diversi miliardi di euro".
Merlo conclude affermando che "con un intelligente correttivo si potrebbe mettere il porto di Genova nella condizione di accelerare le opere connesse all'emergenza, magari dando contemporaneamente un supporto normativo anche al resto del sistema portuale. Governare il primo porto italiano è difficile e complesso. Per questo, quando si interviene normativamente, occorre farlo con prudenza e avvedutezza, magari demandando a un provvedimento successivo che contenga indicazioni più articolate e magari un elenco delle opere prioritarie".
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