I porti campani hanno subito una flessione del traffico merci nel primo semestre del 2023 del 3,8%, in termini di tonnellaggio movimentato, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, scendendo a circa 15 milioni di tonnellate. Però se limitiamo l’analisi ai container, il calo è superiore: -10,3%, attestandosi su 482.998 teu. Ma l’andamento differisce secondo i porti: mentre i contenitori scendono del 14,4% (a 303.805 teu) a Napoli, Salerno limita la flessione al 2,5% (179.193 teu).
Flette anche il traffico ro-ro, con una media dell’1,9% nei due porti (in termini di tonnellaggio), ma anche in questo caso l’analisi dei singoli scali mostra andamenti diversi: infatti il ro-ro è cresciuto nel primo semestre del 15,8% a Napoli (con 255.704 rotabili movimentati), mentre a Salerno è calato del 6,7% (228.910 rotabili movimentati).
Domenico De Rosa, amministratore del Gruppo Smet, si dichiara preoccupato di questi risultati perché rappresentano “un indicatore economico fortemente negativo non solo per il Mezzogiorno ma anche per tutto il Paese. Si tratta infatti di un’ennesima brusca frenata, che in ultima analisi dobbiamo ricondurre all’eccessiva attenzione da parte della Bce al rientro dell’inflazione al 2% e ad una politica monetaria di continuo rialzo dei tassi di interesse, che ha sottratto risorse agli investimenti delle imprese e alla capacità di acquisto dei privati cittadini, danneggiando gravemente l’economia reale. Servono misure urgenti per favorire la ripresa”.
De Rosa è preoccupato anche per la nuova normativa sulle Zone Economiche Speciali, che ne crea una unica per l’intero Sud Italia e stabilisce uno speciale credito d’imposta che esclude alcuni settori produttivi strategici, tra cui quello dei trasporti. “Confidiamo in modifiche adeguate, che possano attrarre investimenti collegati ai flussi commerciali internazionali”, afferma De Rosa, auspicando anche una riduzione dei tassi d’interesse da parte della Bce.